Finalmente sulla gazzetta ufficiale è stata pubblicata l’ordinanza che vieta di utilizzare o detenere esche o bocconi avvelenati: tale ordinanza è modificativa di quella precedentemente emessa il 18 dicembre 2008, aumentandone di fatto l’efficacia. Il sottosegretario alla salute Francesca Martini ha precisato che l’uso di esche avvelenate o contenenti vetri, metalli o altri materiali pericolosi colpisce indiscriminatamente la fauna domestica e selvatica e può costituire un grave pericolo anche per le persone, in particolare per i bambini, e per l’ambiente.
Il fenomeno dello spargimento di esche avvelenate in terreni, giardini, strade o altri luoghi frequentati da animali è purtroppo un triste fenomeno che da nord a sud investe la nostra penisola. Ma non si tratta solo di un problema legato alla salute ed alla vita degli animali ma anche delle persone: è una pratica illegale, pericolosa, incivile.
L’Ordinanza prevede, in caso di reperimento di esche o bocconi avvelenati, l’obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria da parte di proprietari di animali e veterinari, obbligo di segnalazione al sindaco del comune in cui sono rinvenute le esche, il quale dovrà provvedere tempestivamente a bonificare le zone infette, per prevenire i rischi diretti per la salute dell’uomo e degli animali.
Saranno poi messi a disposizione della popolazione e delle amministrazioni locali, gli Istituti Zooprofilattici per eseguire le analisi e gli accertamenti sulle spoglie degli animali eventualmente rinvenuti, al fine di verificare l’impatto ambientale del veleno. Tale ordinanza è naturalmente stata accolta da tutte le associazioni con entusiasmo in quanto contribuisce a combattere un fenomeno diffuso e pericoloso.
Per contrastare il fenomeno sarebbe altresì opportuno che venissero fatti controlli seri relativamente alla vendita a privati di veleni e pesticidi: si vieta a chiunque di utilizzare in modo improprio, preparare, miscelare e abbandonare esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze tossiche o nocivi, è vietata, altresì, la detenzione, l’utilizzo e l’abbandono di qualsiasi alimento preparato in maniera tale da poter causare intossicazioni o lesioni al soggetto che lo ingerisce.
Il Sindaco ricevuta la segnalazione di sospetto avvelenamento deve disporre l’apertura di una indagine e provvede ad attivare le iniziative necessarie alla bonifica dell’area interessata nonché a segnalare l’area con un apposita cartellonistica, in caso di positività. Inoltre, presso ciascuna Prefettura viene attivato un tavolo di coordinamento per la gestione degli interventi da effettuare e per il monitoraggio del fenomeno.
Ulteriori indicazioni sono reperibili sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche ambientali, dove vi sono anche consigli su come comportarsi in caso di avvelenamento.
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