Le adozioni in pandemia, sia per cani che per gatti, hanno fatto registrare numeri da capogiro. Il problema è che ora che si sono allentate le restrizioni è in corso una tendenza ignobile di rinunce di proprietà da fare accapponare la pelle.
Comportamenti inaccettabili più diffusi di quel che si pensa
E diventa difficile anche parlare dei dati provenienti dall’indagine richiesta da Facile.it a EMG Different sul tema. Questo perché quel che emerge è che questi poveri animali siano stati e continuino a essere trattati come oggetti piuttosto che come esseri viventi dotati di sentimenti. La ricerca sopra citata ha cercato d’indagare sulle motivazioni che stanno portando molte famiglie a rinunciare alla proprietà, in particolare di cani, a favore di un canile o altre adozioni.
E ci si è resi conto che le adozioni in pandemia, per molti italiani sono stati un semplice mezzo per non essere chiuso in casa durante il lockdown. Fu proprio questa limitazione a spingere le persone ad adottare. E faceva bene chi pensava che dietro molti di questi gesti non ci fossero buone intenzioni visto che con l’allentarsi delle restrizioni sono state ritrattate anche le adozioni. Ed è atroce pensare che tanti di questi animali dopo quasi due anni di permanenza in casa e l’essersi affezionati a degli umani che evidentemente non lo meritano, debbano essere strappati dal loro ambiente.
Adozioni in pandemia di convenienza
È palese che per molti le adozioni in pandemia sono stati gesti di convenienza. E non ce la prendiamo con chi magari ha deciso di adottare con leggerezza inizialmente e poi ha imparato a gestire e amare adeguatamente i propri cani e i propri gatti. Ce la prendiamo con chi ha usato questi animali sono come scusa per poter uscire di casa.
È questo quello che raccontano i dati dell’indagine di Facile.it. Ovvero che i cani restituiti ai canili dopo le adozioni sono vittime dell’egoismo di umani indefinibili. Come ha riportato anche l’Ansa in merito all’indagine:
Sono circa 3,4 milioni le persone che fra il 2020 ed il 2021, hanno fatto questa scelta, il 21,6% dei proprietari. Ma finito il lockdown, oltre 117 mila proprietari avrebbero cambiato idea restituendo l’animale al canile o affidandolo ad un’altra famiglia.
Ben il 28,3% ha ammesso di aver adottato un cane per alleggerire il lockdown e circa 196 mila intervistati non si sono fatti problema di raccontare di aver adottato solo per aggirare le restrizioni alla mobilità. La motivazione principale alla base della rinuncia di proprietà: la “difficoltà” di gestire un animale domestico fuori dal lockdown. Cure e attenzioni sarebbero apparse come non fattibili.
Inutile dire che ci sarebbero parole specifiche da utilizzare con questa gente senza scrupoli.