Insegnare al cane a venire da noi quando lo chiamiamo è uno dei comandi fondamentali che il nostro amico a quattro zampe deve imparare. Anche se non dobbiamo mai cercare di mettere i nostri cani in situazioni a rischio, il richiamo può evitare una collisione auto-cane, un inseguimento di gatti, o altri pericoli. Su un piano più banale ma pratico, il comando “vieni” presenta al cane molte più opportunità di libertà proprio perché sappiamo che è possibile richiamarlo nel parco, su sentieri, ovunque, e quindi stiamo più tranquilli e gli lasciamo più autonomia di movimento.
Per addestrare il cane, bisogna convincerlo che siamo molto più attraenti noi della libertà temporanea. Le sessioni di addestramento devono essere brevi ed i premi devono essere sempre motivati. Ma l’addestramento di un cane al nostro richiamo è più difficile di quanto non sembri: la maggior parte dei cani imparano in fretta che possono correre più velocemente di noi e che è molto più divertente sfuggirci piuttosto che camminare placidamente al nostro fianco.
L’ideale sarebbe non lasciare completamente libero il cane finché non ha imparato a tornare indietro quando lo richiamiamo.
Fino ad allora, si dovrebbe usare sempre il guinzaglio in spazi aperti, mentre l’addestramento dovrebbe avvenire in luoghi in cui non c’è alcun rischio di fuga o di pericoli nel caso non ubbidisca, come un cortile recintato ad esempio.
Come si può convincere il cane che venire da noi è meglio di correre liberamente senza controllo? Ci sono due concetti fondamentali da tenere a mente:
- evitare che il cane conosca i vantaggi della libertà assoluta finché non é addestrato
- insegnare al cane che quando ritorna guadagna dei premi
Per farlo necessitiamo di collari molto lunghi, in modo che possa allontanarsi da noi ma non più di tanto.
Le ricompense sono fondamentali in qualsiasi tipo di addestramento. L’ideale sarebbe premiarlo immediatamente ogni volta che torna a comando, almeno all’inizio. Quando ha quasi imparato, la ricompensa può essere ad intermittenza, ogni due o tre volte in cui obbedisce. Anche se è consigliabile lodarlo tutte le volte che torna.
L’addestramento è bene avvenga nel cortile, nel salotto o comunque in spazi chiusi e lontano da distrazioni, almeno nella prima fase.
Inginocchiati a terra, con le braccia lontane dai fianchi, ad alta voce e con tono vivace chiamiamo il cane per nome. Ad esempio: “Willy, vieni!” Può essere d’aiuto correre indietro di qualche metro. E’ importante ricordarsi sempre di mantenere la voce alta, gioiosa e chiara: nessun cane è interessato ad ubbidire a richiami provenienti da voci cupe e arrabbiate. Se non dovesse funzionare, lodatelo ancora prima che ubbidisca. Ad esempio: “Forza, Willy, vieni cucciolo!” Con voce dolce, in modo che sappia che non è nei guai e non abbia paura.
Una volta che il cane ubbidisce ricompensatelo e ricominciate aumentando di volta in volta la distanza. Le sessioni devono essere brevi e non bisogna aspettarsi grandi cose i primi giorni. Come regola generale di addestramento del cane, le sessioni devono essere sempre di breve durata (tra i cinque ed i dieci minuti circa) e dovrebbero sempre terminare con una nota positiva. Aumentate gradualmente la distanza e aggiungete distrazioni ambientali. Quando sentite che il vostro cane è pronto, provate a farlo uscire nel parco o in un altro posto nuovo.
Una regola fondamentale dell’addestramento è che non bisogna mai sgridare il cane dopo che è accorso al nostro richiamo. Nemmeno se immediatamente dopo si mette a masticare qualcosa che non dovrebbe o fa il monello: potrebbe fraintedere e associare il rimprovero all’esservi venuto incontro quando chiamato. Quando il cane ha familiarità con l’ordine “vieni”, provate a chiamarlo anche mentre è impegnato a giocare o intento ad annusare qualcosa, per verificare che ubbidisca anche quando è distratto da altro. In bocca al lupo!
[Fonte: Petplace.com]
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