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Acquario in casa, una questione etica?

Un acquario in casa per molti di noi rappresenta l’occasione di potersi prendere cura di esseri viventi affascinanti e non di rado dall’estetica piacevole. Ma si tratta di una scelta etica?

Come vediamo eticamente l’acquario

È una domanda che, per quanto possa sembrare assurdo, dobbiamo porci. Quando pensiamo al circo, allo zoo pensiamo alla salute e al benessere degli animali tenuti in cattività, prendendo determinate decisioni a tal riguardo.

Perché non facciamo la stessa cosa davanti a un acquario e lo consideriamo invece un approccio etico alla conservazione di specie ittiche? Tra tutte le questioni che ci poniamo quando portiamo dei pesci a casa, quella dell’etica del rinchiuderli in uno spazio piccolo non è la prima che ci viene in mente.

Eppure al pari di ciò che avviene con altri animali, costringerli all’interno di un acquario in casa equivale praticamente alla repressione dei loro impulsi naturali. Solo che facciamo finta di non vederlo e ignoriamo volutamente la questione alla base.

Ovviamente questo è un discorso che è valido ancor di più per il pesce rosso che viene messo a vivere dentro una piccola boccia. Anche se appare più evidente quando la questione è legata a degli acquari imponenti, all’ultimo grido in fatto di tecnologia e dalle dimensioni da noi ritenute adeguate.

A prescindere dal fatto che in un grosso acquario i pesci possano trovare in base ai nostri parametri il giusto spazio di vita, in realtà non stiamo facendo altro che riprodurre uno zoo ittico all’interno delle nostre case. Intendiamoci, lo zoo in alcuni casi può anche essere una soluzione capace di proteggere alcune specie in estinzione o in difficoltà. Meno di un centro specializzato ma comunque migliore di uno spazio naturale dove possano essere braccati.

È un problema legato alle reali condizioni di vita

Ma anche qui nasce un discorso di etica: i vari mammiferi non starebbero meglio all’esterno liberi? Lo stesso discorso è da fare per gli acquari che non sono altro che una ricostruzione, spesso molto solida e abbastanza corrispondente all’ambiente reale di questi pesci.

Attenzione però:  non stiamo parlando di acquari come quello di Genova dove, va ripetuto, in alcuni casi vi è una protezione dei suddetti in atto. L’acquario casalingo in realtà quasi mai consente ai pesci di poter fare la loro vita.

E tendiamo a dimenticare che anch’essi sono dotati di capacità cognitive. Prendendo ad esempio i pesci rossi, ci troviamo davanti a degli esemplari capaci addirittura di imparare dei comportamenti di tipo complesso e riconoscere i volti degli umani. A meno che non puntiamo su un acquario che coinvolge una sola specie poi rischiamo addirittura di forzare le interazioni con altre. Il risultato non sempre è dei migliori. Ripetiamo quindi: si tratta davvero di una scelta etica?

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