Abituare i cani e gatti alla fine dello smart working è una delle sfide più importanti che molti lavoratori saranno costretti ad affrontare nei prossimi mesi: non tutte le aziende infatti continueranno a mantenere questa tipologia di approccio al lavoro e per coloro che hanno passato molto tempo a casa a lavorare ci sarà il bisogno di abituare nuovamente i propri animali domestici ad una minore presenza.
Abituare il cane al ritorno al lavoro
La scena classica di questi mesi nelle case era quella del padrone con il computer sul tavolo e il gatto sulle gambe o il cane accanto a lui a terra: è innegabile che la pandemia di coronavirus abbia portato dei cambiamenti sostanziali alle abitudini lavorative delle persone e a quelle di vita dei loro animali domestici, i quali hanno potuto contare su una maggiore vicinanza con il proprio umano preferito. Il ritorno al lavoro rende necessario un nuovo cambiamento di abitudini, con tutto quello che ne consegue sia per i cani che per i gatti che possono rimanere disorientati da questo nuovo cambiamento tanto quanto lo sono stati all’inizio per via del lockdown.
Gli educatori cinofili spiegano come una relazione definibile sana, soprattutto con un cane, è basata sull’indipendenza e non sulla umanizzazione di fido e della dipendenza reciproca: sebbene sarebbe più vantaggioso abituare fin da subito il proprio cane ad una educazione di un certo tipo, quello che bisogna fare quando sta per finire il periodo di smart working è quello di riabituare il cane ad avere la sua indipendenza e quindi trattarlo come si fa quando si porta un esemplare a casa per la prima volta. Cosa significa questo? Semplice: non bisogna stargli troppo attaccati o accarezzarlo ogni cinque minuti o ancora mettere in atto una gratificazione continua perché ci piace che il nostro cane ci sia sempre vicino. Bisogna riportare tutto ad un equilibrio sano.
Anche i gatti possono destabilizzarsi
Leggermente differente è la questione per i gatti: questi animali, generalmente indipendenti, possono essere comunque colpiti da stress derivante dal cambiamento di abitudini del proprio padrone. Questo perché, analogamente a quel che accade con gli esseri umani, l’imprevedibilità può essere causa di ansia e preoccupazione: per i gatti questo può essere rappresentato da un cambio di abitudini del proprietario, dei suoi orari o ancora da spostamenti di vario genere all’interno dell’abitazione. Tutti elementi destabilizzanti che possono portare il gatto a non utilizzare più la lettiera per i bisogni, a leccarsi in modo compulsivo o a cercare in maniera molto pressante le attenzioni del proprio umano, arrivando a miagolare anche durante la notte. Per ciò che concerne i gatti quelli che vivranno peggio il ritorno del padrone ad uno stato di lavoro normale saranno quelli che per carattere e educazione hanno un rapporto molto più stretto con il padrone: anche per loro è necessario un percorso di “riabilitazione” alla propria indipendenza.