L’abbandono degli animali è fenomeno di cui si sente parlare spesso, soprattutto in estate e non caso. Purtroppo non interessa solo i tradizionali animali da compagnia come cani e gatti, ma anche i rettili e le tartarughe, che crescendo di dimensioni, diventano difficili da gestire all’interno dell’ambiente domestico, ma certamente questo non è un valido motivo.
Dove vanno a finire le tartarughe abbandonate? Uno dei punti di riferimento in Italia è il Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo di Magione, di proprietà della Provincia di Perugia, da pochi anni anche fattoria didattica e appunto ricovero per tartarughe esotiche. A rivolgersi alla struttura sono i privati cittadini impossibilitati a tenere con sé gli animali, ma anche le amministrazioni pubbliche di tutta Italia quando in occasione delle bonifiche degli invasi pubblici scoprono questi poveri esemplari abbandonati da proprietari incoscienti e senza scrupoli.
Le tartarughe che arrivano al Centro vivono in grandi vasche all’aperto nei mesi estivi e in inverno, le più piccole in appositi spazi all’interno di una camera coibentata dove, grazie ad un impianto di filtraggio e riciclaggio dell’acqua e ad apposite lampade a raggi infrarossi per il riscaldamento, trascorrono i mesi più freddi. Gli animali, inoltre, sono soggetti a controlli sanitari per curare quelli che si ammalano o che arrivano al Centro con traumi di vario tipo.
Come ha spiegato il direttore l’ittiologo Mauro Natali:
La detenzione di giovani tartarughe acquatiche di varie specie come animali da compagnia è pratica comune, ma spesso l’acquirente non si rende conto della taglia che raggiungono in pochi anni, se allevate correttamente, e dei problemi che ne possono derivare.
Perciò è frequente l’abbandono, ma trattandosi di specie esotiche questo può essere causa di danni ambientali, senza contare le specie considerate protette di cui non è più consentito il libero commercio. L’abbandono è un gesto di maleducazione e cattiveria, a prescindere dall’animale che sfortunatamente viene abbandonato.
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