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Bonobo, parlano tra loro “come” gli umani

I bonobo parlerebbero tra loro proprio come facciamo noi esseri umani. Una nuova ricerca, infatti, sottolinea l’esistenza di una loro capacità specifica in tal senso.

Non esiste una esclusiva umana del linguaggio

Ovvero, sarebbero capaci di combinare diversi richiami tipici per poter creare delle frasi complesse. E questa è una capacità fondamentale alla base del parlare degli esseri umani: qualcosa che fino a questo studio era considerata, in pratica, un’esclusiva dell’essere umano.

A quanto pare, questa nostra convinzione si sta scontrando con la realtà dei fatti. Ovvero, la nostra concezione di linguaggio basata sulla combinazione di parole per la creazione di significati e frasi complesse, non è solo una nostra esclusiva.

Lo abbiamo visto con l’intelligente Kanzi, da poco scomparso. I bonobo sono primati che presentano molte più somiglianze con noi di quanto potessimo pensare. La ricerca in questione è stata pubblicata sulla rivista di settore Science ed è stata condotta dagli scienziati di Harvard e dell’Università di Zurigo.

Prima di procedere dobbiamo ricordare che, insieme agli scimpanzé, i bonobo sono i primati che più ci assomigliano. Il gruppo di ricercatori ha scoperto, osservandoli, che anche loro sfruttano la composizione analitica: ovvero la stessa logica che regola il linguaggio umano. Questo termine indica infatti la capacità di mettere insieme suoni o parole affinché il significato sia più della “somma delle parti”.

Importante abilità cognitiva dei bonobo

Qualcosa che ha alla base abilità cognitive di livello non riscontrabili facilmente negli altri animali. Le considerazioni in tal senso sono giunte dopo 8 mesi di registrazioni e lo studio di centinaia di vocalizzazioni dei bonobo presenti nella riserva di Kokolopori, nella Repubblica Democratica del Congo.

I bonobo, infatti, sono presenti solo in questo stato a livello globale. Sfruttando importanti nozioni di linguistica, gli scienziati sono stati in grado di dar vita a una specie di dizionario dei richiami dei bonobo, attribuendo a ogni suono un significato.

Come spiegato dai ricercatori, in questo modo si fa un passo molto importante verso la comprensione della comunicazione di specie che non siano quella umana. Soprattutto perché è stato possibile collegare un significato specifico a ogni richiamo.

Ma è stato analizzando le diverse combinazioni che è stata fatta la scoperta più interessante: ovvero che le regole di composizione sono le stesse del linguaggio umano, permettendo a questi primati di creare frasi decisamente più complesse.

Dal punto di vista evolutivo, senza dubbio questo è sinonimo di una radice biologica del linguaggio molto più antica di quanto si pensi. E che, con molta probabilità, la specie umana e quella dei bonobo condividono un antenato comune che già circa 7 milioni di anni fa aveva probabilmente sviluppato un suo linguaggio, giunto a noi in eredità.

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