Capre e cani da utilizzare per prevedere catastrofi naturali? È questo il progetto scientifico molto ambizioso di un gruppo di scienziati del Max Planck Institute of Animal Behaviour.
Capre e cani sensibili ai cambiamenti?
Attenzione: dobbiamo sottolineare nell’immediato come attualmente non vi siano prove della capacità di capre, cani o qualsiasi altro animale di prevedere delle catastrofi naturali. Sia che si parli di terremoti o di eruzioni. I mammiferi possono percepire cambiamenti elettromagnetici, ma da qui a sostenere attualmente che siano in grado di prevedere problematiche naturali ce ne passa.
Ciò non toglie che attualmente gli scienziati vogliano scoprire effettivamente se capre, cani o insetti possono sperimentare dei comportamenti differenti prima del manifestarsi di un’eruzione o di un terremoto. E vogliono farlo attraverso l’utilizzo di trasmettitori miniaturizzati in grado di monitorare il comportamento di questa tipologia di animali.
Sfruttando, tra l’altro, un satellite dedicato a questo studio che verrà lanciato nel 2025. La curiosità si muove in tal senso anche a causa dei tanti racconti che fin dall’antichità ci sussurrano come gli animali si comportino stranamente prima del presentarsi di un terremoto.
Se fosse davvero possibile dimostrare questa particolare sensibilità dei mammiferi sopracitati, gli stessi potrebbero rappresentare una sorta di sentinella contro determinati eventi catastrofici. Secondo i primi dati raccolti dal progetto ICARUS, coordinati da Martin Wikelski del Max Planck Institute of Animal Behaviour, le capre monitorate sull’Etna grazie a dei collari GPS, sembrano mostrare maggiore nervosismo e riluttanza a spostarsi verso pascoli più alti prima di un’eruzione. Allo stesso modo secondo i dati si sarebbero comportati anche in Abruzzo cani da pastori e pecore.
Tucidide ne parlò nel 373 a. C.
L’esempio più calzante di queste ipotesi legato all’antichità è senza dubbio quello di Tucidide che spiegava come serpenti e ratti già nel 373 a.C. lasciassero la città di Elide prima di un terremoto. Lo ripetiamo, al momento non ci sono prove certe. Ma c’è abbastanza curiosità da spingere allo studio del fenomeno.
Nel peggiore dei casi, infatti, si saranno raccolti i dati sul comportamento degli animali in base a semplici eventi geologici. Nel migliore potrebbe essere trovato riscontro a un sentito dire che ormai dura da millenni. Secondo il ricercatore, la reazione degli animali potrebbe essere legata al rilascio degli ioni nell’aria da parte delle rocce che vengono soggette a movimenti tettonici e forti pressioni prima di un terremoto.
Tra le altre cose, le tecnologie applicate in progetti come ICARUS potrebbero aiutare a studiare anche gli effetti su capre, cani e altri animali dei cambiamenti climatici. Nonché monitorare la diffusione di alcune malattie tra gli animali selvatici.