Il sito in questione si chiamava www.mangiagatti.com e in poche ore, ovviamente, gli ideatori sono stati convinti a fare sparire dalla rete quelle ricette che invitavano a nutrirsi dei felini domestici, tanto amati dagli italiani. La denuncia penale è arrivata da parte dell’associazione animalista Aidaa, che non va mai in vacanza e si batte quotidianamente per la difesa delle creature più deboli, nella speranza che presto non si verifichnbo più casi di maltrattamenti. I modi di preparazione ricalcavano quelli della carne tradizioale e i mici si potevano preparare in salmì, in agrodolce, ai pinoli o spalmati sui crostini. La sola lettura era agghiacciante e non sonno stati pochi coloro che si sono imbattuti tra le pagine del raccapricciante blog.
Gli autori di tale gesto, ovviamente, hanno tentato di discolparsi dicendo: “questo sito è chiaramente una burla. Togliamo le ricette, tutte raccolte sul web abbiamo semplicemente sostituito la parola coniglio con la parola gatto.Questo perchè alcune persone potrebbero prenderle sul serio e cucinare il proprio animali. L’Immagine qui a fianco mostra un piatto a base di coniglio. Un sentito ringraziamento all’Aidaa per la ristrettezza mentale dimostrata“.
Eppure il dubbio che si tratti di un “colpo di coda” dato per evitare punizioni più serie viene ed è lecito, ma non confermabile. Tra le pagine si raccontava al pubblico anche di quando “lo si teneva per tre giorni nell’acqua del torrente, per preparare le sue carnine bianche”. Neanche a dirsi, il portale è dedicato a Beppe Bigazzi, che è stato mandato via dalla Rai per aver detto in tv che prima i gatti si mangiavano tranquillamente. Secca la replica di Aidaa, per bocca di Lorenzo Croce, il presidente: “È una vergogna che esista ancora gente che pubblicizza e inneggia all’uccisione dei gatti a scopo culinario. Abbiamo chiesto l’immediato oscuramento del sito, ma non ci basta: vogliamo che i responsabili vengano presi e puniti con il massimo della pena. Le leggi puniscono con il carcere chiunque maltratti o uccida un gatto, figuriamoci poi se questa uccisione avviene a scopo culinario”.