Chi ha sentito parlare di okapi, spesso e volentieri non lo ha fatto per motivazioni scientifiche, ma mitologiche. Come? Scopriamo di più di questo animale esistente ma tanto raccontato in alcune leggende.
Okapi animali leggendari
Non molti sanno infatti che per tanti anni l’okapi si è pensato fosse frutto di alcune leggende tradizionali africane. A tal punto che per tantissimo tempo si parlava di questo mammifero al pari di ciò che si faceva con il kraken, altro mito risolto e identificato con i polpi giganti delle profondità marine, e con i draghi.
Questo animale, l’okapia johnstoni, viene chiamato anche giraffa della foresta. E’ un mammifero artiodattilo presente principalmente introno al fiume Congo. La sua struttura particolare lo ha portato a essere identificato sia come parente delle zebre che come parente delle giraffe.
In quest’ultimo caso, il sequenziamento del DNA ha reso possibile provare che in tal senso alcuni zoologi non avevano sbagliato a valutare.
In tempi passati erano più presenti in Africa. Ora è più facile incontrarne degli esemplari all’interno delle grandi foreste centroafricane. Rispetto alle giraffe, gli okapi sono più proporzionati e più piccoli.
Sono infatti lunghi fino a due metri e mezzo per un metro e mezzo di altezza al garrese. Il loro manto è bruno e presentano striature bianche sulle zampe e macchie rossicce e bianche sulla testa. In alcuni casi gli esemplari maschi presentano delle piccole corna chiamate ossiconi.
Originari di migliaia di anni fa
Gli okapi sono degli erbivori parte della lista rossa della IUCN e vengono considerati una specie a rischio di estinzione.
In qualche modo, la parte più interessante della storia di questi animali riguarda proprio l’interpretazione della loro esistenza da parte degli uomini. Come vi abbiamo già anticipato, per molto tempo si è pensato, erroneamente, che si trattasse di esemplari mitologici, i cui avvistamenti sembravano confermare la loro natura quasi soprannaturale.
Era il loro aspetto a giocare questo “scherzo”. Gli okapi, infatti, esteticamente sembrano essere un mix tra una zebra e una giraffa. Ed è facile pensare come in passato questo aspetto li rendesse (perlomeno) curiosi agli occhi di chi spingeva tanto a fondo in Africa da poterli osservare.
A livello scientifico questi animali, pur originandosi i tempi molto simili a quelli delle giraffe, hanno “scelto” differentemente al momento di adattarsi ai cambiamenti climatici di migliaia di anni fa. E questo è il risultato.
Attualmente sono presenti diversi gruppi di questi animali cresciuti in cattività all’interno degli zoo. La speranza è quella di aiutare a preservarne la specie.