La tartaruga azzannatrice è un rettile che ci troveremo a conoscere molto da vicino nei prossimi anni. La sua introduzione in Italia, infatti, non è stata controllata così come avrebbe dovuto.
Tartaruga azzannatrice pericolosa per l’uomo
La Chelydra serpentina può raggiungere i 45 cm di lunghezza e per la sua capacità di mordere e la forza del suo morso è ritenuta pericolosa anche per le persone. Di solito quando pensiamo a questo animale abbiamo sempre un’immagine della vecchia testuggine secolare tenerissima. O delle piccole che teniamo in acqua e che vezzeggiamo e coccoliamo.
Anche nel caso della tartaruga azzannatrice i problemi nascono perché non vi è un corretto commercio di animali esotici. E si verificano degli abbandoni volontari o accidentali di questa specie. Tecnicamente parlando essendo una specie caratterizzata da alimentazione opportunista il rischio è che possa rovinare la biodiversità dei territori nei quali si insedia.
E come abbiamo già spiegato il suo morso è in grado di causare ferite molto gravi anche agli esseri umani. Il suo becco è robusto e appuntito e ha un collo così muscoloso da aumentare la forza del morso. È abbastanza riconoscibile dalla sua coda in quanto lunga come il carapace.
Un rettile d’assalto
Non di rado questa specie può arrivare ai 50 cm di lunghezza e raggiungere fino ai 30 kg di peso. Il suo carapace è verdastro brunastro, talvolta nero, ed è riconoscibile per la sua composizione da tre file di squame appiattite e seghettate nella parte inferiore.
Una descrizione che ci fa rendere conto di quanto sia davvero un rettile d’assalto capace di lasciare il segno nel territorio in cui si inserisce. Teoricamente la tartaruga azzannatrice sarebbe originaria del Canada e più specificamente degli Stati orientali e centrali. È presente inoltre in particolar modo in Wyoming e in Colorado negli Stati Uniti.
In Europa la sua presenza è dovuta con molta probabilità all’abbandono da parte di privati. Basti pensare che in Italia nel tra il 2010 e il 2015 sono stati trovati ben 8 esemplari solo all’interno del fiume Tevere. Questi rettili amano vivere nei fondali fangosi lasciando fuori solo le narici e gli occhi. E sono in grado di cacciare piccoli mammiferi, anfibi, uccelli e pesci condendo il tutto con un po di vegetazione acquatica.
La maturità sessuale delle tartarughe azzannatrici viene raggiunta tra gli 11 e i 16 anni e la loro vita media è pari a 30 anni. È importante nel momento in cui si riscontra un’esemplare di questa specie chiamare il 1515, ovvero il pronto intervento per le emergenze ambientali.