Se siete soliti dare del cibo a un cane randagio, ne diventate automaticamente responsabili da un punto di vista civile.
Lo stabilisce una sentenza della Cassazione secondo cui, offrire da mangiare del cibo a un cane randagio, che non è di proprietà e non è neppure dotato di microchip, rende automaticamente responsabile la persona stessa del cane e dei suoi comportamenti.
In questo caso, se il cane morde qualcuno, la persona che lo sfama, ne diventa responsabile. A creare il precedente, una sentenza del Tribunale di Termini Imerese dove un uomo aveva preso l’abitudine di lasciare del cibo per cani randagi in ciotole lasciate nel suo giardino.
Mentre i cani stavano mangiando, si è avvicinato un altro uomo che è stato rassicurato sulla bontà e la scarsa aggressività dei cani dall’uomo che era solito sfamarli, ma è stato morso.
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La responsabilità? Diventa dello stesso uomo che si era preso cura dei cani randagi senza diventarne il legittimo proprietario e che si è trovato costretto dal Tribunale a pagare 200 euro di multa spese processuali.
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In realtà una precedente sentenza stabilisce che in mancanza di microchip, obbligatorio per legge, è il Sindaco della città a doversi occupare e ad essere responsabile dei cani, ma adesso questa nuova sentenza ribalta la situazione e diventa negativa per tutti i volontari che vogliano aiutare i cani randagi anche semplicemente sfamandoli. Il rischio di diventare involontariamente responsabili di cani randagi e delle loro eventuali aggressioni potrebbe diventare un problema nella pacifica convivenza fra cittadini e cani randagi.
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