Anche i gatti possono soffrire di blefarite esattamente come l’essere umano. Cos’è? Un’infiammazione delle palpebre esterne dell’occhio, spesso accompagnata a congiuntivite. Scopriamo insieme le cause, come riconoscere i sintomi e cosa fare.
Blefarite nel gatto, cause comuni
Numerose le possibili cause dell’infiammazione dell’occhio del gatto che possiamo comunque distinguere in varie tipologie:
- Malattia congenita (ovvero presenti alla nascita): possono essere caratterizzate da palpebre che favoriscono un eccessivo sfregamento, entropion (specie nei gatti himalayani e persiani), lagoftalmo (ovvero l’incapacità di chiudere del tutto la palpebra, condizione più frequente in gatti persiani, himalayani, birmani)
- Allergie: dovuta a reazione immediata come in caso di puntura di insetto o all’assunzione di un cibo allergizzante, o più distante nel tempo per una reazione citotossica come in caso di reazione avversa ad un farmaco o in caso di pemfigo; può inoltre manifestarsi come effetto di una malattia autoimmune, o ipersensibilità a Staphylococcus.
- Infezione batterica: (stafilococco o streptococco)
- Tumore: adenoma o adenocarcinoma sebaceo, carcinoma a cellule squamoso (di solito nei gatti bianchi), mastociti
- Traumi
- Ustioni
- Infezioni parassitarie (come la rogna)
- Infezioni virali
- Altre malattie dell’occhio del gatto (come la congiuntivite, la cheratite o la secchezza oculare)
Sintomi per riconoscere la blefarite nel gatto
La pelle intorno all’occhio si può presentare squamosa, il gatto soffre il prurito e continua a graffiarsi la palpebra nel tentativo di alleviarlo; si possono sviluppare secrezioni oculari acquose, mucose o purulente; edema ed inspessimento delle palpebre; perdita di pelo e di pigmentazione nell’area interessata; possibile anche la formazione di papule o pustole, congiuntivite correlata ed infiammazione della cornea che comporta dolore ed una visione offuscata (si parla di cheratite nel gatto in questo caso).
Come si fa la diagnosi?
In caso di sintmi come quelli appena descritti è opportuno che il veterinario veda il gatto: potrebbe richiedere, oltre l’anamnesi anche un esame fisico completo, analisi del sangue e delle urine ed ovviamente un controllo diretto dell’occhio: la visita oculistica è fondamentale ad inquadrare al meglio la situazione, ovvero la diagnosi e la presenza di eventuali danni.
In questo contesto può anche raccogliere campioni della zona oculare colpita per confermare la presenza di un eventuale microrganismo e la tipologia (batteri, parassiti, funghi). Altresì si controlla se il gatto soffre di secchezza oculare e se non si trovano cause evidenti e si sospetta un’allergia possono essere fatti dei test specifici.
Cure
Solo dopo una diagnosi precisa sarà possibile attivare le cure del caso. Nei casi di autograffi ad esempio, il veterinario potrà suggerire l’utilizzo di un collare elisabettiano. In altri casi possono essere necessari farmaci o addirittura interventi chirurgici, mentre sarà fondamentale eliminare dalla dieta o dalle vicinanze del gatto ciò che gli crea allergia in caso la causa fosse questa. Anche la prognosi dipende dalle cause sottostanti: talvolta il gatto guarisce ed in altri casi il problema può permanere.
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Foto: Thinkstock
Fonte: WebMdPet