Superstizione, ignoranza, gratuita malvagità o tutte queste cose assieme? Avevamo già le nostre belle gatte da pelare in Italia per via delle crudeltà di ogni genere verso gli animali di cui le cronache danno quotidiani resoconti. Sta di fatto che da quando la ricorrenza di Halloween è diventata una festa radicata anche da noi, ogni anno giunge l’allarme accorato dell’Aidaa, l’associazione in difesa di animali e ambiente: gatti neri rapiti, sacrificati nei riti satanici. Questi i dati: 30mila felini uccisi ogni anno, il picco in occasione della vigilia di Ognissanti con 5.000 mici uccisi barbaramente. Per questo motivo 500 attivisti dell’associazione nella notte del 31 ottobre faranno ronde negli oltre 135 siti ritenuti a rischio in Italia, in Piemonte, Lombardia, Veneto occidentale, Emilia, Umbria e Lazio.
Dolcetto o scherzetto? Ovvero sacrificio o maledizione? Solo tanta ignoranza e barbarie a discapito di poveri gatti innocenti. I festeggiamenti di Halloween nella notte del 31 ottobre, così tanto incitati a livello mediatico e pubblicitario, si possono far risalire alla ricorrenza di Samhain che corrispondeva al capodanno Celtico, poi diventata vera e propria celebrazione del capodanno satanico, guarda caso in prossimità con la celebrazione cristiana di ogni santi con cui non ha nulla a che vedere anzi la contrasta. Né ha nulla a che vedere con la cristiana ricorrenza dei defunti.
Tra la deriva commerciale e consumistica e quella satanica o pesudo satanica, la carnevalata dark dell’occulto tra zucche e zombie che festeggia in forma macabra la morte, segnale di un crescente affiancamento sociale verso il male, il brutto, diventa occasione di maltrattamento gratuito e sì bestiale di animali in particolare gatti e galline uccisi. Con episodi da Medioevo quali rapimenti di gatti per strada, aggiornati in forma di subdole richieste di adozioni di cuccioli di gatti neri via Internet proprio da settembre a ottobre.
Chi pratica culti pagani o li usa come pretesto per maltrattare i gatti neri vittime di superstizioni, dovrebbe sapere che nei paesi anglosassoni specie in Galles e Cornovglia erano ritenuti portafortuna. Che sia abbia un gatto o no, a prescindere dal colore, sarebbe bene riflettere sull’aderire sia pure in forme ritenute innocue a un bieco e macabro evento che inneggia al male, che non è una festa tantomeno dei bambini e sparge solo sofferenza e morte tra gli animali.
Fonte : aidaa-animaliambiente.blogspot.it