“Vietiamo il commercio di cani per favorire le adozioni dai canili”: è questo il titolo di una nuova petizione postata sul sito Change.org. Il destinatario è il Parlamento Europeo e prima ancora tutti i cittadini che dovranno rispondere all’appello firmando e sostenendolo.
Il quesito è semplice e condivisibile, eppure difficile da applicare nell’Unione Europea, soprattutto perché al riguardo, ogni Paese adotta legislazioni diverse. L’Italia è una delle Nazioni più all’avanguardia in tema legale di tutela degli animali, ma la messa in pratica ed i controlli al riguardo sono complessi e non sempre efficaci. Nella lettera-petizione si fanno due conti e delle riflessioni per suggerire anche un percorso ideale di fattibilità….
In Italia esistono 915 tra canili e rifugi vari autorizzati, che purtroppo ogni anno accolgono oltre 100.000 cani. Troppi. I costi per lo Stato (o comunque per le Istituzioni, i Comuni, le Province, eccetera che li gestiscono) sono onerosissimi e vanno dalle spese per il personale al cibo per i cani ospitati. Troppi anche questi se si considera la qualità di vita (in gabbia) degli animali.
Ma si legge ancora:
“L’attuale sistema che ammette il commercio di cani e animali d’affezione, oltre a lasciare a carico della collettività i costi sopra esposti ed il problema per la sicurezza e la salute pubblica rappresentato dai randagi, registra inoltre prassi non eticamente corrette se non illegali nel trasporto e cura degli animali destinati alla vendita”.
E’ vero. Basterebbe incentivare (non solo con campagne promozionali) ma concretamente l’adozione dei cani dai canili anche vietando il commercio libero ed illegale, che non tutela gli acquirenti, oltre che ovviamente i cuccioli, per risolvere una serie di problematiche: i costi, che alla lunga rientrerebbero, per la cura degli animali nelle strutture autorizzate, ma soprattutto per migliorare lo stato degli stessi ed offrire la loro affettuosa e preziosa compagnia ai più. In Italia queste leggi esistono (in gran parte), anche se sono difficili da mettere in pratica: i controlli sul territorio costano e difficilmente i lunghi tempi giuridici permettono processi con pene adeguate ed in breve tempo. In molti Paesi d’Europa, non sono neppure prese in considerazione.
Conclude Diego Carmenati autore della petizione:
“Seguendo l’esempio della Contea di Los Angeles (CA – USA), dove un provvedimento analogo ha trovato così grande riscontro nell’opinione pubblica da essere rapidamente adottato in numerose altre Contee, si presenta oggi l’occasione di fermare un’emorragia di risorse economiche, migliorando grandemente negli anni a venire la vita di milioni di europei e di milioni di ‘esseri senzienti’, in gabbia senza colpa.”
Per il testo completo e per firmare se siete d’accordo seguite il link.
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Foto: Change.org
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