Un bella notizia arriva direttamente dal capoluogo toscano, ed in particolare dall’ospedale Meyer, dove a partire da questa primavera potranno entrare i cani dei piccoli pazienti ricoverati. Non solo quindi gli animali che si occupano della pet theraphy avranno accesso alla struttura ospedaliera, ma anche cani di proprietà dei bambini ricoverati. Un bel passo in avanti! Ovviamente per poter accedere gli amici a quattro zampe dovranno rispettare alcune regole sanitarie e di comportamento che vi illustriamo di seguito.
Per prima cosa si segnala che il tutto è stato possibile anche grazie alla collaborazione con l’associazione Antropozoa che da un decennio gestisce la Pet Therapy insieme alla Fondazione Meyer, firmataria del progetto. La richiesta per l’accesso del pet deve essere fatta da un genitore al medico tutor che, valutati i benefici che la visita potrebbe apportare al paziente, la convalida: una volta autorizzato, è consentito l’accesso di un solo cane per proprietario che dovrà essere condotto con un guinzaglio corto. Dovranno essere concordati anche l’orario di visita, per non sovrapporsi con quello delle attività interne ed il consenso dell’eventuale compagno di stanza del bambino.
Nell’ottica del passaggio degli animali all’interno della struttura sono stati anche elaborati percorsi specifici, transitando per corridoi esterni, lontano da zone che non devono essere contaminate e da rumori che lo potrebbero spaventare ed innervosire. Infine il cane dovrà anche rispettare alcuni requisiti comportamentali come essere un animale tranquillo e senza segni di stress o aggressività, non deve essere di facile e frequente abbaiata, non deve essere un cucciolo di età inferiore agli otto mesi. Inoltre prima dell’accesso dovrà essere sottoposto a visita veterinaria, con rilascio di attestato che ne prova le condizioni di salute, lavato e pulito con apposita lozione antiparassitaria ed antimicotico. Infine poco prima della visita al piccolo paziente, il pelo dell’animale dovrà essere spazzolato per eliminare quello in eccesso.
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Fonte: Meyer