Gli affidatari dei cani di Green Hill costretti a pagare 100 euro per l’adozione? La questione si è già ampliamente sviluppata nelle scorse settimane ed ammetto, mi era sfuggita dal mio luogo di vacanze. Così quando ieri ho letto la segnalazione del caso da parte dell‘Associazione AIDAA, non volevo crederci ed ho deciso di verificare. Purtroppo è così: di fatto gli affidatari di questi cani dovranno versare il sopracitato “obolo” . Vi spiego perché.
Poco più di un anno fa, il 18 luglio 2012, dopo una lunga inchiesta ed un forte coinvolgimento emozionale che ha travolto tutta Italia, 2639 beagle stazionati nell’azienda Green Hill accusata di illeciti maltrattamenti agli animali, sono stati posti sotto sequestro preventivo e dati in affidamento a tantissime famiglie.
In questi mesi la magistratura è andata avanti, così come la legislazione anti vivisezione, che nel nostro Paese “avrebbe” messo definitivamente fuori legge gli allevamenti in stile Green Hill. Uso il condizionale perché come spesso accade “tra il dire ed il fare…..”.
Nel frattempo è arrivato in via di definizione anche l’iter che prevede la vera e propria adozione dei cani da parte delle famiglie affidatarie: per questo passaggio, la Procura di Brescia ha stabilito il pagamento di 100 euro per ogni cane (cifra che rientra nei parametri di commercializzazione di questi cagnolini per la vivisezione) da parte di ogni adottante. Stiamo parlando di un totale di circa 263.900 euro. Che andranno fermati in un conto corrente specifico, ma destinati a chi?
Questo dipenderà dall’esito del processo (ancora lontano). In caso di assoluzione dei 4 responsabili dell’azienda di Montichiari incriminati, questo deposito andrà direttamente a risarcimento di Green Hill. E questo può sembrare lecito e corretto anche se non si capisce perché a dover pagare siano persone che hanno salvato con la propria accoglienza e sostentamento i cagnolini. Se invece gli stessi saranno condannati, l’intera cifra andrà allo Stato. E questo passaggio proprio non lo capisco: le spese legali non le paga chi viene condannato di solito?
Lorenzo Crice, presidente dell’Associazione AIDAA ha affermato:
“E’ un pasticcio che non ci piace. Di certo è meglio pagare 100 euro e salvare un cane piuttosto che vederlo finire su un tavolo per la vivisezione o la sperimentazione, ma il pasticcio rimane, e giuridicamente tutta la battaglia di Green Hill si traduce al momento in un atto di compravendita dei cani”.
Compravendita o meno, effettivamente tutto ciò lascia l’amaro in bocca, non credete anche voi?
Foto: Thinkstock
VERSO PIU CHE VOLENTIERI I SOLDI PER IL MIO AMATO CANE KIRA ,MA VORREI CHE I SOLDI ANDASSERO ALLE ASSOCIAZIONI CHE SI SONI PREOCCUPATE DI SALVARLI, LAV E LEGA AMBIENTE ,CHE CAZZO CENTRA LO STATO,I VOLONTARI SI SONO FATTI IN QUATTRO PER POTER SALVARLI ,E ALLORA IL MERITO E’ SOLO LORO !!!!!
PER FAVORE PUBBLICATE NE SAREI FELICE !!!!
MARINA DI TRENTO E KIRA IL SUO AMORE ))))