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Cani per trasporto di cocaina: uccisi per recuperarla

cani taglia grande vettori droga uccisiCani  utilizzati per il traffico internazionale di droga, quali ignari corrieri, venivano poi uccisi all’arrivo per recuperare le sostanze stupefacenti all’interno del loro organismo. Quando al telegiornale ho sentito questa notizia ho pensato di aver capito male. Purtroppo invece l’essere umano è riuscito anche a fare questo.  Il tutto è emerso nel corso di un’operazione di polizia che si è svolta qui in Italia ed ha portato all’arresto di numerose persone, quasi tutte dell’America Latina. Qui cani di grossa taglia venivano sottoposti ad intervento chirurgico per posizionare nel loro addome pacchi pieni di cocaina, avvolta in cellophane e poi nella carta carbone (che a quanto pare bloccherebbe i raggi X) .

Per essere ulteriormente certi di passare i controlli il pacchetto veniva ulteriormente chiuso con un nastro adesivo in vinile nero. Poi gli ignari cagnoloni iniziavano il loro viaggio, l’ultimo, quello verso la meta del commercio della cocaina. All’arrivo, senza alcun ritegno e sensibilità i cani in questione venivano uccisi, con lo scopo di recuperare la droga impacchettata nella loro pancia. Secondo quanto è emerso dalle indagini almeno 50 cani sono stati così trucidati.

Erano tutti di taglia medio-grande: San Bernardo, Gran Danese, Dogue de Bordeaux, Mastino napoletano e Labrador.  Pare che solo un cane si sia salvato e da lui sia partita poi tutta l’indagine. Questa ha preso il via nell’aprile del 2012, quando una volante è intervenuta a sedare una lite tra una coppia di sudamericani, a Pisa. Il cane stava male e la colpa (confessò allora la donna coinvolta) era della droga nascosta nella sua pancia. L’animale fu salvato da un veterinario. Possiamo dire grazie ad una donna. Lo sappiamo che tra noi umani, “animali a due zampe” ci sono tanti individui buoni e sensibili, certo è che l’agire di altri crudeli, offusca tutto il resto. Queste sono le storie che non vorremmo mai raccontarvi.

Foto: Thinkstock

 

 

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