350 piazze italiane per difendere i diritti delle galline: a organizzare l’evento è la Lav, la Lega Anti vivisezione, che il 13 e 14 marzo prossimi, chiederà a istituzioni e cittadini di acquistare uova che provengano da esemplari liberi. Riconoscere la differenza è facile, visto che nella scatola si trova scritto un codice che conferma la provenienza; se vi si trova apposto il segno 3, vuol dire che le galline produttrici si trovano in allevamento. Le condizioni in cui vivono queste creature, infatti, sono al limite della sopravvivenza e soltanto con una azione comune, si potrà fare qualcosa per aiutarle.
Il novanta per cento circa delle galline italiane, oggi, si trovano assiepate in strettissime gabbie di batterie che solitamente hanno uno spazio che non supera la grandezza di un foglio di carta. Nessuna possibilità di muoversi o di respirare bene, condizione che le porta qualche volta ad ammalarsi: il tutto per produrre più uova possibili. Secondo le ultime ricerche, ogni anno, le famiglie italiane portano in tavola almeno 12,9 miliardi del gustoso alimento ed è stato calcolato che, solo nel 2008, ogni persona ne ha consumato in 12 mesi circa 224 pezzi, contro i 219 del 2006. Un fenomeno in continuo aumento, nonostante i consigli dei medici che ricordano di non abusare delle uova per via del loro contenuto di colesterolo. In realtà, però, molti piatti della nostra cucina, lo contengono al loro interno e ,a volte, diventa difficile limitarne l’utilizzo.
Ai tavoli Lav, i cittadini che decideranno di prendere parte alla campagna, potranno:
- firmare la petizione rivolta alle amministrazioni locali perchè inseriscano l’opzione vegetariana nelle mense,
- compilare la cartolina- appello che servirà a convincere supermercati e consumatori, nonchè amministrazioni locali ad acquistare uova provenienti da galline libere,
- ricevere informazioni sull’alimentazione e portare a casa, come ogni anno, l’uovo di Pasqua della Lav,commercio equo e solidale, con un contributo minimo di 11 euro.