Era il 2010 quando, nell’istituto superiore Molinari di Milano, un professore medico chirurgo decise di uccidere due conigli e di sezionarli, davanti agli studenti allibiti, alcuni dei quali anche minorenni, nel corso di una lezione di anatomia: una scena raccapricciante che aveva immediatamente fatto scattare la denuncia da parte della Lav in ordine al reato di maltrattamento ex art. 544 bis e ter del codice penale. Stando alla ricostruzione effettuata dall’autorità giudiziaria, il professore si presentò in classe con alcuni conigli che sarebbero dovuti servire per scopri didattici: due di questi esseri viventi, spaventati, iniziarono a correre per la classe. A quel punto il docente cercò prima di strangolarli, quindi li colpì ripetutamente a pugni, per poi uccidere uno degli animali, sopravvissuto alla prolungata violenza, colpendolo a martellate sulla testa: un atto di inaudita violenza nei confronti di un coniglio che nulla aveva fatto di male.
Il Giudice presso il Tribunale di Milano ha condannato l’uomo a otto mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento per la Lav: già un anno prima del fatto la stessa associazione aveva invitato il professore ad utilizzare metodi meno cruenti nell’esercizio dell’attività didattica, su segnalazione di studenti ed altri docenti. Michela Kuan, biologa, responsabile LAV settore Vivisezione ha commentato così la sentenza emessa:
Una nefandezza finalmente condannata, in un caso che rappresenta un importante precedente giuridico in ambito didattico, e un segnale rassicurante sotto il profilo pedagogico. Una condanna che conferma il massimo impegno dell’Associazione sul tema vivisezione e dissezione animali per studio, con innovativi principi giuridici ottenuti. Metodi così incivili non sono solo inaccettabili eticamente, ma totalmente inutili, in quanto l’anatomia non si insegna più sezionando animali ma tramite modellini e altro materiale.
La Lav ricorda, infine, che, anche a livello universitario, gli studenti hanno il fondamentale diritto di fare obiezione di coscienza alla sperimentazione animale grazie alla legge 413/93.
Fonte: Lav
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