Il terremoto in Emilia, ha colpito duramente anche gli animali: quelli che si trovavano nelle stalle crollate, gli altri rimasti isolati nelle campagne senza cibo ed anche ovviamente cani e gatti (randagi e domestici), pappagalli, cocorite, tartarughe e criceti. La lista stilata dalle varie associazioni animaliste al riguardo è molto lunga, ma pensate che in quella dell’OIPA c’è addirittura un acquario per pesci esotici di circa 250 litri d’acqua, messo in sicurezza: è chiaro che se una casa diventa inagibile lo è anche per gli animali che vi dimorano, pesci compresi, e mantenere l’ecosistema di un acquario tropicale non è semplice.
Ed è degli interventi di questa associazione nelle aree colpite dal sisma che oggi vogliamo raccontarvi, per comprendere quanto lavoro vi sia giorno dopo giorno tra le tendopoli, le case abbandonate e le campagne. L’OIPA Italia Onlus (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) è una ONG afferente all’ONU ed è un’associazione riconosciuta anche dal nostro Ministero dell’Ambiente. Con le sue sedi, dislocate sul territorio emiliano e del resto d’Italia, si è attivata sin dal primo giorno del terremoto, insieme ad altre associazioni, per effettuare sopralluoghi, individuare le aree più critiche ed intervenire direttamente, in collaborazione con il servizio veterinario delle ASL.
Nelle zone più colpite come Medolla, Cavezzo, Mirandola, San Prospero, Carpi e Finale Emilia gli interventi dei volontari proseguono incessanti ed aumenta conseguentemente il numero degli animali bisognosi di assistenza e sistemazione. Benché i canili ed i gattili di Mirandola, Finale Emilia e Carpi non abbiano subito danni, il numero dei nuovi ospiti aumenta a dismisura: i pets domestici non possono stare nelle tendopoli con i proprietari. Da qui l’idea di costruire nell’area di sgambamento del canile di Mirandola, nuovi spazi recintati e all’ombra con i dovuti box per offrire un riparo agli animali: una tendopoli tutta per loro che servirà anche ai veterinari della Asl come centro di prima accoglienza per controllare lo stato di salute degli animali e la presenza di microchip.
Il tutto in contemporanea con un censimento tra i terremotati sfollati per comprendere chi possiede un animale domestico e dove lo tiene, ma soprattutto se lo ha smarrito o lo ha lasciato nella casa pericolante (le segnalazioni in questo senso sono numerose). Mirare alla ricongiunzione è un segno di rinascita. Su tutto ciò lavorano in molti, volontari, associazioni, veterinari, guardie zoofile e tutti coloro che offrono sostegni materiali, come ha fatto l’azienda Almo Nature che ha consegnato alla sede OIPA di Modena ventiduemila kg di cibo umido e secco per cani e gatti in difficoltà.
Fonte: OIPA
Foto: Thinkstock /OIPA