Il fiore del giglio, splendido e che fiorisce proprio in questa stagione, è tossico per i gatti: attenzione quindi nel caso in cui abbiate queste piante in giro per casa o nel giardino, perchè potrebbe creare seri problemi al micio. La ASPCA, (Animal Poison Control Center americano) ogni anni con l’arrivo della priomavera lancia una campagna nazionale per informare il pubblico circa i rischi associati ad alcune varietà di giglio comune ( come il giglio bianco o Easter lily) per la salute degli animali domestici e dei gatti in particolare.
Per prima cosa specifichiamo quali sono le tipologie e varietà di gigli tossiche per gli amici a quattro zampe, poichè non tutte le tipologie lo sono: il giglio rampicante non è tossico mentre al contrario lo sono le varietà asiatiche, come il Lilium Candidum, il Lilium tigrinum e il Lilium regale, l’Hemerocallis, il Lilium Orientalis, il Lilium Longiflorum, il Lilium Speciosum, il Lilium Lancifolium. Ma cosa rischiano i felini in caso di ingestione?
In caso di ingestione i gatti potrebbero manifestare vomito, malessere, apatia e mancanza di appetito entro le due ore successive. Il vomito si attenuta mentre gli altri sintomi si aggravano e nel giro di un paio di giorni compaiono polidipsia e letargia. Occorre portare il micio subito dal veterinario in modo tale da agire tempestivamente: apparentemente il vomito non appare un disturbo grave ma può nascondere altre patologie. Una tossina presente nella pianta indurrà ben presto un danno ai reni, fino a condurre all’insufficienza renale acuta, che come noto può essere irreversibile e purtroppo letale.
Il veterinario se l’animale viene portato troppo tardi non potrà fare altro che aiutare i reni del micio a funzionare con minimi margini di successo: ben diverso è il caso in cui l’intervento sia tempestivo, perchè in tal modo il medico potrà indurre l’espulsione delle tossine.
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