Sono in partenza 2 progetti di pet therapy per pazienti in stato semi-vegetativo. Un’equipe di medici, affiancata da cani, gatti e conigli addestrati alla perfezione per eseguire comandi e ripetere automatismi, si prenderà cura di 7 pazienti in stato di minima coscienza dell’AslTo5, che necessitano di un’assistenza riabilitativa particolare a causa dei danni gravi riportati al sistema nervoso.
Karina, Billy, Lester e Sonny sono i protagonisti a 4 zampe di questi 2 progetti sperimentali che prenderanno il via entro la fine del mese, e avranno una durata di 1 anno. Ogni 3 mesi ci saranno delle verifiche per capire se ci sono stati dei miglioramenti evidenti. Il team della pet therapy è composto da un veterinario, uno psicologo, un etologo, un fisiatra, un fisioterapista e in veste di co-terapeuta l’animale scelto. I progetti si realizzeranno anche grazie alla collaborazione dell’associazione Assea, specializzata nelle attività socio-assistenziali con l’aiuto degli animali domestici.
Come ha spiegato Paolo Guiso, curatore del progetto e docente di veterinaria:
Gatti, cani e conigli, a differenza dei medici e dei malati non conoscono né riconoscono la disabilità. Sono stimoli allo stato puro per il paziente, fatti di carezze e gesti amorevoli.
I risultati potrebbero essere sorprendenti, nessuna terapia riabilitativa, infatti, è in grado di invogliare i pazienti ad esempio ad utilizzare un arto più di quanto lo possa fare un cane che si avvicina per essere accarezzato. Ed è proprio questo l’aspetto più interessante della pet therapy. Tra l’animale e la persona trattata si verifica uno scambio reciproco di emozioni e di stimoli che provocano cambiamenti ed effetti positivi in entrambi.
Cani, gatti e diventano uno stimolo potente, in grado di fungere da vettore per una forma di comunicazione non convenzionale. La pet therapy è una risorsa preziosa, e il tempo e la sua applicazione nei diversi ambiti sanitari lo stanno dimostrando.
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