Vivisezione: prima vittoria contro la Harlan

Il mondo animalista segna un punto a suo favore: nei laboratori della Harlan a Correzzana, in Brianza, non arriveranno più le circa 900 scimmie destinate ai laboratori di ricerca mentre i circa cento macachi che già si trovano al suo interno non verranno spediti all’azienda farmaceutica che li vuole usare per condurre degli esperimenti scientifici. Sono queste le ultime indiscrezioni sull’accordo raggiunto tra Michela Vittoria Brambilla e il presidente della multinazionale Harlan, David Broken.

Una vera e propria vittoria a tutto campo quella dell’ex ministro del Turismo che dopo una battaglia mediatica e lunga trattativa, è riuscita ad entrare nei capannoni dell’azienda , dopo un primo blitz di tre militanti dell’associazione 100% animalisti, che hanno scavalcato i cancelli senza però raggiungere il luogo di detenzione degli animali. La Brambilla invece, accompagnata dai carabinieri, è entrata ed ha eseguito un’ispezione per controllare che tutto fosse a posto. Al termine della visita ha dichiarato:

Ho visto gli animali in buona salute, ma non è questo il punto: anche se l’allevamento rispetta le leggi italiane, non è più in regola con le nostre coscienze e con il nostro senso etico, queste pratiche devono cessare e hanno i giorni contati grazie alle leggi che la Regione Lombardia e il Parlamento stanno per approvare. Venerdì io e Broken ci vedremo di persona a Correzzana, ma mi ha già garantito che qui non arriveranno più scimmie da destinare ai laboratori, né quelle che si trovano qui verranno inviate a chi ne aveva fatto richiesta. Gli animali sono salvi, insomma, ma questo è solo un primo risultato.

Un ottimo risultato quello ottenuto anche se la strada per aiutare questi poveri primati è ancora lunga: per prima cosa sorge spontanea una domanda. Ma queste scimmie e questi macachi dove verranno portati edesso? Possibile che la multinazionale si sia arresa oppure stia cercando altre soluzioni per ottenere altri animali da sottoporre alla vivisezione?

Fonte: greenme.it

Foto credit: Thinkstock