La nota associazione animalista Earth ha lanciato un allarme: l’Ufficio benessere del comune di Roma non fornisce più cibo da distribuire alle colonie feline. La notizia è stata data dal Messaggero. I gatti, nella città capitolina, sono una presenza importante, nonché famosa del luogo, tanto da meritare le pagine di meravigliosi calendari che li ritraggono sulle antiche rovine romane.
Come ha spiegato Alessia Stefani, presidente di Animal Welfare, l’associazione delle “gattare” capitoline:
E’ dal giugno 2011 che non ci arrivano più le scorte di cibo. Non si trattava di grandi quantità di cibo, ma era pur sempre un piccolo aiuto. Tempo fa ci hanno risposto che si stava procedendo a fare una convenzione con un grossista e che sarebbe stata questione di giorni. Invece sono passati oltre due mesi e non è successo ancora nulla.
E pensare che il gatto, come animale domestico, si è affermato proprio nella Roma Imperiale, poiché rappresentava un compagno di vita terrena e ultraterrena. Venne istituito persino un tempio in suo onore, dove oggi si trova l’odierna chiesa di Santo Stefano del Cacco. Come ricorda anche il Messaggero, nel Novecento i gatti di Roma furono alimentanti a spese del Comune con razioni di trippa, ma in seguito l’insufficienza delle risorse suggerì dei tagli al bilancio da cui il detto “Nun c’è trippa pé gatti!”.
Oggi a Roma i gatti sono amati e accuditi in colonie feline da numerose associazioni di “gattare“, volontarie che impiegano il tempo libero per portare cibo e cure agli animali, spesso, inoltre, si occupano anche della loro sterilizzazione. Si stima che i gatti liberi nella Capitale siano circa 180 mila.
Le Associazioni, dunque, dovranno contare solo sulle proprie forze, anche se assicurano Lia Dequel e Silvia Viviani, fondatrici della storica Associazione Culturale Colonia Felina di Torre Argentina, le scorte di cibo se le sono sempre procurate da sole.
Via|Il Messaggero; Photo Credit|ThinkStock