Libero acceso dei cani negli ospedali italiani: il caso della signora di Varese, cui è stato consentito dal Tribunale di poter ricevere la visita del suo cane nonostante sia ricoverata in una casa di cura, ha scosso l’Italia e le associazioni animaliste impegnate da anni su questo fronte, chiedono che cani e gatti possano entrare non solo negli ospedali ma anche in case di riposo. Per questa ragione l’Enpa ha spedito una lettera indirizzata al direttore generale dell’Asl2 savonese per attuare e regolamentare tale opportunità.
L’accesso degli animali in luoghi di cura o dove sono presenti anziani ha evidenti finalità curative: la pet therapy è già una realtà consolidata condivisa e proposta dal mondo medico scientifico e la visita di un cane o di un gatto al proprietario ricoverato è tale da essere considerata un momento essenziale di tale terapia. Ovviamente la stessa Enpa pone qualche obbligo da rispettare per questi ingressi speciali: occore presentare una richiesta al personale medico almeno il girono precedente alla visita, esibire il libretto sanitario del cane che ne certifichi le vaccinazioni, l’assicurazione e l’iscrizione all’anagrafe canina, nonché un certificato di buona salute dell’animale redatto al massimo quindici giorni prima della visita.
Ricordiamo che già da molti anni l’Enpa savonese si batte per eliminare o attenuare i divieti di accesso agli animali in spiagge, oasi pedonali, lungomari, parchi, ristoranti, alberghi, negozi, case di riposo e cura: speriamo che questo recente precedente giurisprudenziale possa far si che la sensibilizzazione delle autorità aumenti e che agli animali sia finalmente consentito avere il libero accesso in ogni zona. Pensate ad una persona malata, costretta in un luogo di cura, lontana dal proprio animale domestico: la sua visita legata al conforto di una carezza, allo scodinzolio, alle fusa, alla testa calda appoggiata sul letto. Si tratta di gesti semplici ed istintivi che di certo servirebbero ad elleviare la solitudine di chi soffre.
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