La foto mossa – forse scattata da una mano agitata per la tremenda scoperta – documenta la strage di 74 cani avvenuta in provincia di Napoli, nel comune di Marigliano. Dietro questa triste vicenda potrebbe esserci il business dello smaltimento dei rifiuti in Campania.
I 74 corpi dei cani ritrovati – in seguito ad una segnalazione a Striscia La Notizia – lungo il secondo Alveolo dei Regi Lagni, tra Marigliano e Acerra, nella notte dell’Epifania non riportano nessun segno di percosse. Le autopsie sono state assegnate all’istituto zooprofilattico di Portici, è solo l’inizio di un’inchiesta, affidata al pm Cristina Amoroso della Procura di Nola, piena di misteri. Non solo cani, sono stati rinvenuti anche una decina di carcasse di gatti e qualche coniglio. Un cimitero illegale a cielo aperto usato come discarica per cadaveri di animali che, probabilmente, dovevano essere inghiottiti dai Regi Lagni.
Gli inquirenti seguono la pista dello smaltimento illegale di carcasse di cani e gatti morti, il servizio sarebbe infatti affidato, attraverso appalti triennali dalle Asl, a ditte specializzate con importi variabili tra i 500mila e i due milioni di euro. In territorio campano vi sono una decina di ditte legali che si occupano di rimozione e trasporto di carcasse di animali a cui si rivolgono Asl e i canili autorizzati per affidare corpi di animali per essere inceneriti. Chi incenerisce gli animali? In Campania ne esistono due, ogni carcassa da smaltire vale dai 100 ai 200 euro. L’iter è il seguente: il canile, o il privato proprietario di un animale domestico, chiama la ditta al fine di far trasportare ed incenerire l’amico a quattro zampe oramai deceduto, riceve una fattura e un attestato quando la ditta preleva le carcasse con i suoi camion e li porta dove andranno inceneriti, pagando a sua volta il dovuto ai possessori degli inceneritori.
Gli inquirenti ipotizzano un giro di smaltimento illegale che vedrebbe coinvolti alcuni canili che, per risparmiare, avrebbe abbandonato i corpi dei cani morti, conservando il microchip al fine di non perdere i contributi comunali sull’animale morto. Inoltre qualche ditta di trasporto potrebbe aver raccolto legalmente le carcasse da portare all’inceneritore e poi, al fine di massimizzare i ricavi, avrebbe preferito gettare i corpi nella zona del ritrovamento evitando così le spese dell’inceneritore. I corpi dei cani sono in diverso stato di decomposizione, si comprende che sono stati abbandonati in momenti differenti, e la presenza di gatti e conigli porterebbe più alla pista di qualche ditta illegale di smaltimento che a quella dei canili. Si procederà con una ricognizione dei 41 canili tra le province di Napoli e Caserta per proseguire con l’analisi delle ditte di smaltimento. Inoltre i canili potrebbero anche aver tolto il microchip ai cani morti per continuare ad intascare i contributi comunali che variano dai 3 ai 7 euro al giorno per animale.
Domani l’Aidaa, Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, depositerà alla Procura di Nola un esposto sulla vicenda. Ricordiamo che il luogo ove sono state ritrovate le 74 carcasse di animali morti era già stato teatro del ritrovamento di scarti di bufale, ci auguriamo che sia l’ultima volta che i corpi di poveri animali vengano ingiustamente utilizzati per fare un business senza rispetto, Tutto Zampe vi terrà aggiornati sulla vicenda.
Fonte: marigliano.net
Foto: marigliano.net