Questa è una di quelle belle storie a lieto fine che ci piacciono tanto. Ricordate Andrea, la gattina dello Utah che era sopravvissuta a due tentativi di soppressione nella camera a gas? Finalmente ha trovato una casa piena d’amore, a Syracuse a pochi chilometri da Salt Lake City. Dai primi di dicembre infatti è stata adottata da Janita Coombs una dei volontari del rifugio a cui era stata affidata. La sua storia è veramente emblematica: trovata per strada, come altri mici randagi era stata affidata ad una struttura in attesa di adozione. Ma da legislazione locale, scaduto il limite di 30 giorni è stata avviata alla camera a gas dalla quale, con sorpresa di tutti la micia è uscita indenne.
L’incarico però doveva essere portato a termine e dunque la povera Andrea è stata nuovamente mandata nella camera a gas. Dopo questa seconda somministrazione è stata creduta morta, rinchiusa in un sacchetto nero e come da prassi messa in una cella frigorifera a -40°!!! Ne è uscita viva ed i suoi soppressori, non hanno potuto fare altro che rimanere incantati dalla forza di volontà (o le 7 vite famose dei gatti?) di Andrea e dedicarsi a curarla. Spesso parliamo della crudeltà della pratica della soppressione degli animali randagi in Ucraina o altrove, dimenticando che fino a pochi anni fa era in uso anche in Italia. Siamo stati tra i primi al mondo ad abolire questa metodica per combattere il randagismo e non possiamo che esserne fieri. Nel 2010 nello Utah sono stati uccisi con il gas ben 30.000 randagi.
La storia della gatta ha commosso tutti tranne le autorità locali che però al riguardo hanno messo in discussione il metodo soppressivo attraverso il gas. Pare vogliano sostituirlo con un’iniezione letale. In più si dicono interessati a studiare la gattina per capire come non sia morta in quelle condizioni estreme. Ma ora la micia ha una casa ed una famiglia e loro dovranno tenere le zampacce lontane da lei. Il caso della micia Andrea non è l’unico della specie: nei mesi scorsi vi avevamo raccontato anche la storia di un cane Beagle che era riuscito a sopravvivere alla camera a gas per la soppressione dei randagi, Daniel, anche lui adottato.
Foto: “The Salt Lake Tribune”