Non vestirti di cadaveri. E’ questa la frase choc della nuova campagna promossa dal movimento La coscienza degli animali, fondato dall’ex ministro Michela Vittoria Brambilla col professor Umberto Veronesi, contro il commercio delle pellicce in occasione della Giornata Mondiale contro le Pellicce del 25 novembre scorso. I dati purtroppo parlano chiaro: quello legato alle pellicce è un business mondiale che riguarda circa settanta milioni di esemplari di animali l’anno, uccisi per creare pellicci, colli, manicotti, cappelli.
Quella degli animali da pelliccia è una vera e propria tragedia: si tratta di bestiole allevate, catturate e uccise per produrre pellicce e accessori vari, una vanità quasi esclusivamente femminile che non tiene conto delle sofferenze causate a milioni di animali ed all’inutilità di avere pelli vere quando si possono avere capi perfetti e molto eleganti anche sintetici. Nella campagna si legge:
La pelliccia è un capo che non aggiunge nulla al vostro fascino, ma può dire molto della vostra personalità.
La Giornata mondiale contro le pellicce è stata l’occasione per presentare iniziative per promuovere modelli virtuosi, interpreti di una nuova tendenza di moda, rispettosa dell’ambiente e degli animali. Tra i molti vip anche lo stilista Elio Fiorucci, garante del manifesto della Coscienza degli animali, ha partecipato alla manifestazione ed alla nuova campagna in favore degli animali. La Brambilla ha così spiegato la funzione della campagna anti pellicce e la proposta di legge che intende proporre all’attenzione del Parlamento:
In nome di questo capriccio e di questa vanità milioni di animali soffrono nelle gabbie degli allevamenti intensivi o sono strappati al loro ambiente naturale e uccisi nei modi più crudeli. Da tempo la pelliccia ha cessato di essere un prodotto funzionale a riparare dal freddo, per diventare puro status symbol. O decorazione e guarnizione per capi d’abbigliamento o accessori.
Già pronta una proposta di legge da presentare unitamente a tutti i colleghi che fanno parte del coordinamento per la creazione di un’Italia animal friendly e con il prezioso contributo della Lav che integra l’articolo 544 bis del codice penale, vietando anche l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali da pelliccia. Violazioni punite con la reclusione da 3 a 18 mesi.
Una poposta senza dubbio valida ed interessante, staremo a vedere se il business ancora una volta prevarrà sul buon senso.
Foto credit: Ilgiornale.it
Buona iniziativa, soprattutto perchè viene da persone così in vista e anche rispettate nel mondo scientifico (Veronesi, non la Brambilla! XD ). Speriamo che presto la protesta contro le pellicce si estenda anche ai capi fatti con animali meno fortunati perchè considerati tradizionalmente “a nostro uso e consumo”, come indumenti in pelle, lana ecc…!!!