Il 25 novembre ricorre una data molto importante per la comunità animalista internazionale, in tutto il mondo, infatti, si celebrerà il Fur-Free Day, ossia la Giornata Anti-Pellicce. Un modo per ricordare a tutti che gli animali vanno amati e trattati con rispetto, e non indossati.
Il 25 novembre, infatti, è il giorno in cui inizia anche la “caccia” ai regali di Natale. Lo scorso anno, PETA, la più grande associazione e mondiale per i diritti degli animali, ha celebrato il Fur-Free Day con 250 eventi sparsi in tutto il mondo, e anche quest’anno, chiunque lo voglia, può organizzare un evento nella propria zona di residenza. PETA, infatti, dà la possibilità di registrarsi gratuitamente per una manifestazione di protesta contro le pellicce fornendo anche materiale promozionale, sempre in modo gratuito, da distribuire al pubblico.
Ogni anno, centinaia di milioni di animali muoiono dopo terribili sofferenze, del tutto sconosciute al più delle gente che ama sfoggiare le pellicce, un massacro ingiusto, atroce, e senza alcun senso, solo per assecondare la vanità umana. Se solo sapesse cosa porta addosso, forse qualcosa cambierebbe. La gran parte delle pellicce proviene da allevamenti situati in tutto il mondo, dove volpi, cincillà, ermellini, ma anche cani e gatti, vivono in condizioni pietose.
Ambienti umidi, con cibo e acqua insufficienti, e spazi ridottissimi, molto spesso costretti a vivere anche in 3 nella stessa gabbia di metallo poco più grande del loro corpo. Capita spesso che la pazzia e lo stress provocati dalla reclusione forzata, spinga queste povere creature al cannibalismo e all’automutilazione degli arti. Tanti altri, si spezzano i denti contro le sbarre o si suicidano a furia di violente testate contro le pareti della loro prigione. Senza considerare che, molti allevatori somministrano psicofarmaci per rendere più mansueti gli animali.
La crudeltà più tremenda però, è quella delle pratiche di uccisione. Gli animali vengono storditi con dei bastoni e vengono privati della loro pelliccia quando sono ancora svenuti, ma vivi e l’agonia che provano, nel momento in cui riprendono i sensi, è terribile. Altrettanto spesso vengono avvelenati o uccisi per soffocamento in camere a gas. Per le volpi, si preferisce ricorrere a due elettrodi metallici, uno vicino alla coda e uno sul muso. L’animale viene ucciso da una scossa elettrica di circa 200 volt, dopo terribili sofferenze. Tutto ciò per rendere il pelo più bello e voluminoso.
La lista delle atrocità, purtroppo, e lunga e per ogni riga è una lacrima versata per chi non ha voce e muore ingiustamente in nome della moda. Non comprate prodotti di pelliccia, salvate chi non può difendersi. Per partecipare attivamente alla giornata registratevi seguendo questo link entro il 10 novembre.
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