La proposta arriva da Aidaa, associazione italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, la quale vorrebbe introdurre dei gatti nei reparti degli ospedali italiani, per regalare sorrisi ai pazienti e migliorare la loro ripresa agevolando il ritorno a casa: una sorta di pet therapy con protagonisti dei mici anzichè dei cani. L’Aidaa proprio in questi giorni sta inviando lettere ai maggiori ospedali italiani per chiedere appunto l’introduzione di quello che verrebbe chiamato gatto da reparto, soprattutto nelle strutture dove sono presenti bambini ed anziani, ad eccezione dei reparti intensivi e chirurgici.
Secono Aidaa nei reparti di pediatria e nelle riabilitazioni potrebbe essere inserito, ovviamente dopo i determinati controlli e le autorizzazioni sanitarie necessarie, uno o più gatti che, avendo libero accesso alle stanze dei pazienti, potrebbero servire per distrarre gli stessi dalle cure, aiutandoli a superare momenti difficili, spesso di solitudine come accade nei reparti di lunga degenza. Inoltre, è noto, che il gatto ha un potere rilassante, grazie alle sue fusa, il che potrebbe servire ancora più a tranquillizzare chi necessita di cure più o meno dolorose e lunghe. Dice a tal proposito il presidente di Aidaa Lorenzo Croce:
Il gatto di reparto è sicuramente una proposta innovativa che potrebbe lanciare un segnale positivo proprio a favore di quelle categorie di pazienti che sono soggetti a lunghi e a volte delicati ricoveri in questa prima fase abbiamo inviato una lettera ai direttori dei maggiori ospedali italiani e di quelli dove la pet-terapy è una pratica ormai consolidata.
Se lo vorranno, siamo pronti a spiegare la proposta e a dare una mano per realizzare questa esperienza. Crediamo nella interazione uomo-animali, e siamo certi, anche sulla scorta di esperienze conosciute direttamente come quella dei cavalli in carcere, che la presenza di un gatto in reparto possa giovare molto all’umore dei pazienti, specialmente se si tratta di bambini o anziani soli, che provano piacere e si sentono appagati nel prendersi cura di un animale.
Fonte Adnkronos Salute
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