Avete mai pensato a cosa può succedere ad un cane che ha il proprietario che, per svariati motivi, finisce in carcere? Nel carcere di Pontedecimo, in Liguria, un piccolo pechinese ha potuto riabbracciare l’amata padrona suscitando però la protesta del sindacato autonomo della polizia penitenziaria. Perché boicottare l’incontro tra amici a quattro zampe e detenuti?
I Bau Boys hanno recentemente affrontato il tema che lega carcerati ed animali ed i risvolti positivi della pet therapy nei penitenziari che stanno affrontando dalle carenze sanitarie a quelle lavorative con carenza di personale, un motivo in più per dare la possibilità ai detenuti di incontrarsi con l’amato amico a quattro zampe. L’idea è stata realizzata nel carcere di Pontedecimo grazie a Maria Milano, la direttrice, che ha permesso ad una detenuta che ha commesso un reato legato agli stupefacenti di poter rivedere il suo cane pechinese di nome Kim.
Il felice incontro tra bipede e quadrupede è avvenuto una decina di giorni fa nell’area verde, un piccolo giardino adibito per i detenuti e i loro figli, tenuto guinzaglio da un parente della detenuta. Kim, una volta superati i controlli della polizia penitenziaria, è potuto correre incontro alla sua amata padrona: “Si tratta di un gesto caritevole per entrambi – spiega la direttrice – e di certo è molto utile ai detenuti nell’ambito di un progetto di riabilitazione prendersi cura del proprio animale. Naturalemnte tutto questo nel massimo rispetto dell’igiene e della sicurezza”.
Veterinari e comportamentalisti spiegano che l’incontro con un pet non è solamente un evento positivo per il padrone ma anche per il cane che soffre la mancanza per separazione. E’ un grosso errore interrompere il legame tra Fido e conduttore, è dannosso per la salute del cane interrompere la convivenza con il padrone, addirittura il danno è paragonabile a quello causato al cane che viene abbandonato.
Ricordiamo anche un analogo evento nel carcere di Verona, dove Briciola e Shony hanno avuto la possibilità di poter rincontrare i rispettivi padroni. Purtroppo queste scelte possono sollevare polemiche, sono state infatti ricevute critiche da Roberto Martinelli, commissario straordinario della Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Mi stupisce la priorità che è stata data a questa richiesta in un carcere con molte criticità come quello di Pontedecimo. Non discuto il rapporto che si crea tra un padrone con il proprio cane ma spero che la sensibilità dimostrata dalla Direzione a questa richiesta venga riservata anche agli interventi legati alla sicurezza e all’ordine interno del carcere”.
Sarebbe utile a mio avviso realizzare un progetto per i detenuti del carcere che veda come protagonisti i cani abbandonati.
A tal proposito si renderebbe necessaria la messa a punto di un’area verde a ridosso del carcere dove i cani del canile possano essere trasferiti e ricevere così le attenzioni dei detenuti in termini di tempo svago pulizia.
Sono sicura che questo gioverebbe molto sia a loro che ai cani salvo loro adozione.
Il canile municipale potrebbe quindi essere un luogo dove i cani potrebbero stare provvisoriamente in attesa di adozione o trasferimento in quest’area.
Sicuramente sarebbe un bel rimedio contro la noia. In alcuni carceri già hanno sperimentato i benefici che tale attività è in grado di apportare a tutti. Sarebbe infatti utile estendere tale prassi in tutte le carceri sopratutto in quelli con il maggior numero di suicidi e nel sud in considerazione del gran numero di abbandoni di cani.
Poi laddove possibile anche la promozione di progetti di convivenza all’interno delle carceri tra cani e detenuti non sarebbe male.
sono concorde con te Nadia. La vicinanza ai detenuti dei cani presenti nel canile sarebbe un ottimo progetto!! speriamo che venga presto realizzato!