Aidaa ancora in campo per tutelare il benessere degli animali: in questo caso l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente dice no all’uamento dell’Iva sulle prestazione veterinarie. Nella nuova manovra il governo prevede un aumento di un punto percentuale dell’Iva per le prestazioni veterinarie in particolare sulle visite, terapie, esami e chirurgia di questi cani e gatti che verrebbe innalzata dall’attuale 20% al 21%.
Si tratterebbe della stessa aliquota applicata sui beni di lusso come lo champagne o i diamanti: insomma un servizio importante come la cura veterinaria degli animali sarebbe paragonata a beni di lusso e riviste pornografiche (l’aliquota è la stessa). AIDAA si unisce alla protesta dei veterinari di ASSOVET nel dire no a questo incremento di aliquota di IVA: far curare il proprio cane ed il proprio gatto, che si ricorda sono esseri viventi che necessitano cure per il loro benessere e la loro vita, non è la stessa cosa che comperare un diamante o una rivista pornografica. Dice Aidaa in un comunicato diffuso:
Aumentare l’IVA sulle prestazioni veterinarie è un delitto prima ancora che un errore in un periodo in cui tutti ci stiamo battendo per ridurre l’abbandono dei cani e dei gatti il previsto aumento dell’Iva al 21% sulle prestazioni veterinarie è un grosso errore, noi chiediamo ai parlamentari ed in primis al ministro Brambilla ed al sottosegretario Martini di proporre invece una diminuzione dell’imposizione fiscale sulle visite e le prestazioni veterinarie. Oggi l’Iva al 20% la si paga sui beni di lusso, far visitare il proprio cane ed il proprio gatto non è un lusso è una necessità.
Ci auguriamo che gli amici degli animali presenti in parlamento non permettano questo aumento. Certo è che noi – conclude Croce- siamo pronti alla mobilitazione generale per dire no a questo provvedimento anche a costo di arrivare a manifestare davanti al parlamento italiano