Se credete che gli animali non “parlino”, vi sbagliate di grosso. Loro comunicano con noi pure con un gran numero di “voci” diverse che solo un padrone attento e non per forza estremamente istruito sugli amici a quattro zampe sa riconoscere. A differenza di cani e cavalli, i mici possiedono il maggior numero di cambiamenti di tono che possono allertare le persone che li allevano. Studi del genere sono stati condotti nel tempo, tanto che una ventina di anni fa i veterinari e gli etologi hanno trovato almeno 16 tipi di versi differenti.
Secondo i ricercatori attuali comunque ce ne sarebbero molti di più e si distinguono nello specifico in “mormorii”, “vocalizzi” e “vibrazioni forti”. Nel primo caso, di solito, si parla delle fusa e non devono preoccupare perchè in linea di massima mostrano un gatto rilassato e affettuoso. Nel caso dei vocalizzi o miagolii, invece, si esprime un disagio. Per quel che riguarda, infine, le vibrazioni forti o anche i soffi ed i ringhi, scandiscono azioni quali l’attacco, la difesa e l’amore.
Tuttavia per essere certi di avere ben compreso, dobbiamo imparare ad ascoltare attentamente il suo tono e persino i movimenti che l’accompagnano. Con gli uomini “parla” spesso perchè con i suoi simili è il corpo a lasciare capire cosa desidera con la posizione delle orecchie, della coda e l’aprirsi oppure il socchiudersi degli occhi. A volte, poi, i mici mettono le orecchie a vibrisse. Che vuol dire? Questa parte del loro aspetto vanta una muscolatura volontaria e possono decidere di orientarne una o l’altra a seconda dell’umore. Lo stesso con i baffi che mostrano le emozioni vere del gatto. Ecco che già da questi indizi potete cominciare a capire i suoi bisogni, cosa sente in quel momento, cosa lo fa felice e cosa lo innervosisce e anche se non avete mai allevato un animale, l’amore in questo senso farà miracoli.