Oggi facciamo la conoscenza di Mrs. Chippy, un gatto soriano davvero speciale: si tratta del gatto appartenuto a Ernest Shackleton, primo spedizioniere in Antartide. Chippy accompagnò fedelmente il padrone proprio nella traversata dell’Antardine, in particolare nella spedizione denominata Endurance, dal nome della nave usata, che si svolse dal 1914 al 1917. Con lui, a bordo dell’Endurance, ci sono ventisette marinai ansiosi di compiere la traversata del continente bianco da ovest a est, oltre tremila chilometri da percorrere su slitta in centoventi giorni.
Il gatto, che era un maschio nonostante il nome femminile, venne fatto salire sulla nave dal carpentiere di bordo con uno scopo ben preciso: cacciare i roditori che vi si trovavano dentro. Ma la storia racconta che il micio venne ucciso quando la nave Endurance rimase intrappolata nella banchisa e non era più in grado di navigare. Gli uomini proseguirono a piedi ma Chippy non sarebbe stato in grado di affrontare il viggio.
Non potevamo permetterci di mantenere gli animali più deboli nelle nuove condizioni. Macklin, Crean e il carpentiere sembra che abbiano preso piuttosto male la perdita dei loro amici
si legge nel diario di bordo tenuto dal capitano nel 1915.
Quello che veniva chiamato il carpentiere, McNish, era in realtà il reale proprietario del gatto: la storia narra che questi non perdonò mai al capitano l’uccisione del suo gatto e questo provocò tra i due momenti di tensione, accompagnati da aspri rancori, tanto che alla fine della spedizione il capitano decise non dare al carpentier, che pure aveva partecipato alla missione, la medaglia polare che il governo Britannico diede a ttti gli uomini dell’equipaggio.
Nel 2004 la New Zealand Antarctic Society creò una piccola statua di bronzo in onore e ricordo di Mrs. Chippy sulla tomba di McNish al Karori cemetery di Wellington. Sulla storia e sulla tragica fine di Chippy sono stati scritti diversi libri, il più famoso dei quali è certamente L’ultima spedizione di Mrs. Chippy. Il mirabile diario di bordo del gatto di Shackleton, scritto da Alexander Caroline.