Chi ama gli animali conosce sicuramente l’Ente Nazionale Protezione Animali, non tutti sanno però che il suo fratello, o sorella, maggiore è l’Unità d’Italia, infatti sono ritenuti entrambi “figli” di Giuseppe Garibaldi.
Nei suoi ultimi anni di vita Garibaldi fondò insieme ad un amico, un medico torinese, l’ENPA, la storia verrà trattata su una monografia in uscita nelle prossime settimane su LaStampa dedicata al rapporto tra il Condottiero in camicia rossa e il mondo animale.
L’argomento è stato trattato da due storici dell’Università di Cagliari: Domenico Selis e Giuseppe Continiello, che, dopo anni di studi, sono riusciti a ricostruire i fatti.
Garibaldi mentre era a Caprera ricevette da Anna Winter la proposta di unirsi ad un movimento animalista italiano e di creare un ente addetto alla protezione degli animali. Garibaldi decise di rivolgersi ad un suo fidato amico: il torinese Timoteo Riboli. Lo conosceva bene perché era il suo medico personale, un uomo di studi che adorava talmente tanto il suo cane da dedicargli versi poetici, quale persona poteva essere più giusta di un amante degli animali?
Con una nota datata primo aprile 1876 spedita da Caprera al suo dottore, Garibaldi dispone la fondazione della «Società Torinese Protettrice degli animali».
Lo stesso Garibaldi era un grande amante degli animali, la sua prediletta era una cavalla di nome Marsala donatagli dai siciliani per affrontare la risalita fino a Teano, l’amava talmente tanto che già all’epoca alla morte dell’animale fece realizzare una tomba con lapide ed epitaffio.
L’uomo che condusse i Mille venerava gli animali, tanto da diventare vegetariano, i due storici raccontano «Tutta la vita del Generale è caratterizzata dall’avventura e dal contatto con la natura».
La vecchia porta saggezza, e si viene a conoscenza di un Garibaldi animalista che, nella sua fattoria, allevava capre, pecore, galline, conigli e 4 asinelli. «Garibaldi – osservano Selis e Continiello – aveva voluto fondare una “repubblica degli uguali”: uomini e animali».
Lo storico inglese Mack Smith ha dedicato una biografia a Garibaldi dove scrive: «La caccia era il suo passatempo preferito…». «E’ stato debitore, in questo della mentalità ottocentesca – dice Continiello -. Poi, però, ha avuto il coraggio di cambiare idea».
In effetti si dice “cambiare idea non solo è lecito, ma necessario” in questo Garibaldi ha dato un giusto insegnamento a tutto il mondo, non si finisce mai di imparare, e l’amore per gli animali può insegnare molto.
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