Oggi raccontiamo la storia di un cane divenuto celebre nella storia per essere il primo esemplare canino ad essere andato in orbita: si tratta della cagnolina Laika. Laika era una bastardina femmina di circa due anni di età, presa in un canile di Mosca e poi addestrata insieme ad altri due cani, Albina e Muska. Alla fine, nonostante i documenti di repertorio indicano che Laika in realtà durante l’addestramento soffrisse di panico ed il suo cuore, sottoposto a stress incredibile, fosse quello meno forte, scelsero proprio lei, per le dimensioni ridotte e la miglior capacità di adattamento.
A Laika il 3 novembre del 1957, in una base segreta russa, venne fatta indossare una tuta piena di elettrodi, per tenere monitorato il suo battito cardiaco e venne fatta entrare all’interno dello Sputnik 2, veicolo conico alto 396 cm e diviso in tre parti: la cagnolina era sistemata in una cabina alla base della capsula, imbragata e legata senza possibilità di movimento.
Sullo Sputnik era stato predisposto un sistema per mantenere una temperatura costante di 15 gradi (sitema che in realtà non funzionò), e molto cibo gelatinoso per Laika: tuttavia nonostante l’attrezzatura per il supporto vitale, nel programma spaziale non era previsto un rientro della capsula. Possiamo certamente affermare che la sorte della piccola Laika era segnata fin dal momento in cui è iniziata la missione spaziale: Laika, piccola cagnolina color miele sarebbe morta in volo nello spazio.
In realtà riguardo agli ultimi giorni di vita di Laika vi sono versioni differenti: alcune fonti sostengono che Laika sarebbe deceduta quasi immediatamente all’entrata in orbita, mentre le fonti ufficiali dell’epoca affermano che il cane sarebbe sopravvissuto per circa quattro giorni. Solamente nel 2002 uno scienziato di origine russa, Malashenkov dell’Istituto biologico di Mosca, si interessò alla vicenda della cagnolina Laika e studiando i cambiamenti climatici determinati dalla messa in orbita sentenziò che il cane sarebbe sopravvissuto solo 5-6 ore a causa dello sbalzo termico.
Laika sarebbe morta giunta alla terza orbita, sola e spaventata, in quella capsula spaziale troppo piccola per lei: in ogni caso la navicella si disintegrò l’8 aprile del 1958, disperdendo nell’atmosfera i resti della piccola e coraggiosa cagnolina. In tutti questi anni Laika è diventata il simbolo dell’incidenza dell’uomo sulla natura per scopi scientifici: Oleg Gazengo, direttore del programma di spedizioni sovietico dichiarò che la morte di Laika era stata assolutamente causata dall’inesprienza, bastava aspettare solo pochi anni per perfezionare lo Sputnik e prevedere il rientro dell’animale.