Dal primo gennaio 2011, il servizio di pronta reperibilità veterinaria a Faenza non sarà più in funzione. L’accordo tra il Comune e l’Ordine dei medici veterinari della provincia non è stato infatti rinnovato. Nell’incontro con l’Ordine, l’amministrazione comunale ha spiegato che i problemi finanziari dell’ente impongono dei tagli, e tra i servizi cancellati figurerà anche la reperibilità notturna e festiva che undici medici liberi professionisti convenzionati hanno garantito da almeno dieci anni a questa parte.
Da annotare che il costo della reperibilità è minimo: il medico veterinario assicura infatti la propria prestazione sull’animale d’affezione a un costo lordo di 3 euro l’ora (naturalmente, l’eventuale prestazione medica si paga a parte). Per il Comune di Faenza, che aveva un accordo che copriva anche Castel Bolognese e Solarolo, il costo annuo era di 11mila euro. Spiega Giovanni Cottignoli, presidente dell’Ordine dei veterinari Questo servizio può essere ben considerato un fiore all’occhiello per un Comune. Non è dovuto per legge, ma cancellarlo è a nostro avviso un grave errore. Sappiamo che il servizio veniva utilizzato, con varie centinaia di chiamate durante l’anno.
La reperibilità veniva garantita la notte dalle 23.30 alle 7.30 del mattino successivo, nelle giornate festive e il sabato, dalle 14.30 in poi. In questi orari si dava la possibilità al proprietario di un cane, un gatto o un animale domestico di parlare comunque con un veterinario, nel caso non fosse riuscito a trovare il proprio medico di riferimento, per un tranquillizzante colloquio telefonico e anche un’eventuale controllo in ambulatorio.
Dieci anni fa il Comune si convinse che era un servizio necessario all’interno di una visione moderna del rapporto uomo-animale. Ora ci sono problemi finanziari. Comprensibile, ma non accettabile. La notizia della cancellazione del servizio verrà diffusa anche mediante l’affissione di manifesti negli ambulatori dei veterinari ex reperibili. In assenza di questo tipo di reperibilità veterinaria, chi interverrà dal primo gennaio 2011 per un cane, un gatto o comunque per un animale domestico bisognoso di cure, dovrà chiamare il canile comunale o il servizio di accalappiacani; sarà poi il personale del canile ad allertare un veterinario. Differente il caso della fauna selvatica.
In questo caso, l’Ausl garantisce infatti un servizio di reperibilità con propri veterinari. In seconda battuta, l’animale selvatico può essere ricoverato per le terapie in un Centro di recupero, per esempio l’Oasi delle cicogne adiacente la Caviro. L’Ordine dei medici veterinari della provincia di Ravenna ha diffuso una nota in cui prende atto della «decisione unilaterale» dell’amministrazione comunale di Faenza e manifesta il proprio disappunto, soprattutto per le conseguenze che verranno a crearsi di notte e nei festivi per i proprietari di cani e gatti che non troveranno più un veterinario reperibile e quindi non avranno più la certezza che l’animale verrà curato in tempi più che ragionevoli.
Fonte Il resto del Carlino, cronaca locale