Il sito internet dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) ci fornisce moltissime informazioni utili che riguardano aspetti come la legislazione sugli animali, così come curiosità varie e altri servizi, e in più ha anche una sezione in cui vengono trattate alcune patologie con i loro relativi rimedi. Io personalmente sono rimasta colpita e incuriosita da questa Sindrome da Canile.
A differenza di quanto si possa immaginare, basandosi sul nome, questa patologia comportamentale non riguarda solamente i cani che hanno vissuto nei canili prima dell’adozione, ma può riguardare anche quegli esemplari che vengono tenuti magari in allevamenti molto grandi, o che vivono in cascine e case di campagne. Non è necessario che i cani vengano lasciati a se stessi, ma semplicemente chi si prende cura di loro (e anche nei canili ci sono persone che fanno i salti mortali per far stare i cani in ambienti puliti e adatti alle loro esigenze) involontariamente crea uno sviluppo comportamentale negativo. Il fatto di vedere sempre solo la stessa persona, ma anche sempre lo stesso genere di persona (solo uomini o solo donne), di vivere in ambienti senza alcun rumore, e magari non solo eccessivamente silenziosi, ma anche poco illuminati, oppure vivere sempre al chiuso o sempre solo all’aperto, nei primi mesi di vita dei cuccioli crea tutta una serie di imprinting negativi che poi gli renderanno estremamente difficile la vita da adulto.
Nel periodo che va dalle 3 settimane ai 3 mesi, ovvero il periodo più importante per lo sviluppo del comportamento del cane, l’animale dovrebbe avere la possibilità di venire a contatto con quanti più stimoli è possibile, in modo da riuscire ad adattarsi a tutte le situazioni, per poter vivere tranquillamente in futuro. L’ambiente che circonda il cucciolo è davvero fondamentale per il suo sviluppo, e le esperienze hanno il potere di imprimersi in modo indelebile e possono quindi avere effetti benefici o devastanti. Un cucciolo che viene privato dei giusti stimoli, quali odori, rumori, oggetti e anche del rapporto con più esseri umani, viene privato di ciò che sta alla base del suo sviluppo, e quindi non potrà crescere in modo adeguato e giusto per la sua specie.
Certo non bisogna esagerare, ma è bene che i cuccioli imparino a confrontarsi ad esempio con la vita cittadina (macchine, clacson, rumori, confusione) poco alla volta, ma costantemente ,e che possano sviluppare tutti gli ambiti sensoriali, venendo a contatto con luoghi diversi, persone diverse, oggetti, odori, in modo da imparare ad esplorare, ascoltare, annusare il mondo in ogni sua parte, così da essere pronti, da adulti, ad adattarsi a tutte le situazioni della vita.
Ma arriviamo alla sintomatologia. Il cane con la Sindrome da Canile ha paura di tutto e sembra non riesca ad adattarsi e a sentirsi tranquillo in nessun ambiente. Resta immobilizzato, oppure scappa, o si esprime con comportamenti aggressivi. Negli stadi più avanzati della patologia i sintomi divenatano di ansia e anche di depressione e si manifestano con atteggiamenti non solo legati all’aggressività, ma anche disturbi dell’alimentazione e del sonno, apatia e atteggiamenti come il leccarsi continuamente. Esistono comunque più livelli, in uno stadio iniziale e non grave il cane riesce ad adattarsi ad ambienti tranquilli e ha fiducia in poche persone con le quali riesce a convivere tranquillamente, però ci sono casi di esplicitazione massima della patologia, in cui nel cane viene riscontrata un’assenza totale di socializzazione ed esso risulta assuefatto agli stimoli più comuni.
E’ possibile adottare e convivere con un cane che ha la Sindrome da Canile in forma lieve. Riuscirà ad adattarsi a un ambiente tranquillo e a una famiglia che ha una quotidianità abbastanza regolare. Per quanto riguarda invece l’allevamento di un cucciolo teniamo presente che questa sindrome può venire anche ai cani che vivono con noi, se non diamo loro gli stimoli adeguati per una giusta e sana crescita.
[photo courtesy of sags]
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