E’ un Paese fantastico, uno dei pochi dove è possibile vedere ancora gli animali in libertà, ma come nel vicino Kenya o nelle altre fantastiche terre tipo il Madagascar, in Tanzania è sempre maggiore ogni anno l’invasione dei turisti i quali possono, a lungo andare, creare grossi disagi alla fauna locale. Il turismo è la principale fonte di sostentamento di tale popolazione, ma probabilmente c’è bisogno di regole pià severe ed è quello che stannno tentando di fare le amministrazioni locali, per salvare un patrimonio unico al mondo e importante anche oltre i confini nazionali.
In particolare, è lotta senza esclusione di colpi nei confronti di coloro che compiono atti di violenza sugli animali. E’ dei giorni scorsi l’annuncio del ministro per lo Sviluppo dell’Allevamento e delle Risorse ittiche, John Maufuli che riguarda delle nuove misure legate alla prevenzione e alla repressione degli abusi sulle creature indifese che verranno coordinate da un Consiglio consultivo per il Welfare degli animali istituito ad hoc.
Tutti, quindi, a partire dagli abitanti e fino ad arrivare ai viaggiatori maldestri, dovranno rispettare le regole che saranno dure, ma finalmente dovrebbero portare ad un maggior rispetto per flora e fauna, con la gentilezza o con la forza se necessario, in modo da non far sparire in pochi anni tutte le bellezze che restano al mondo. In più, Magufuli ha ribadito pure la collaborazione tra funzionari governativi, media, societa’ civile e comunita’ internazionale per rendere più intenso e sicuro il processo di “rieducazione”. Senza contare che ha ricordato anche che, in base alle norme internazionali per la protezione degli animali, “tutte le specie faunistiche meritano di essere liberate da fame, sete, disagi dovuti alla situazione ambientale, sofferenze e malattie“. L’uomo, in questo senso, è l’unico che può intervenire limitando il suo egoismo e favorendo una civile condivisione degli spazi con gli altri esseri viventi. Del resto, non è la prima volta che il Paese si mostra attento ai bisogni della natura, in passato la preoccupazione era quasi esclusivamente per gli elefanti, adesso l’attenzione è puntata pure su tutte le altre specie.