Che l’uomo ne sia responsabile o meno, e in buona parte lo è sempre, a pagare le conseguenze di disastri ambientali e calamità naturali, sono sempre gli animali. Vere vittime indifese di fronte alla furia delle tempeste, questa volta in Veneto ne sono morti ben 150 mila, a causa dell’alluvione, che con grande violenza non ha risparmiato la zona. A perdere la vita nei giorni scorsi, sono state quindi una svariata quantità di specie come tacchini, polli, conigli, maiali e mucche, annegati nelle campagne della regione.La Coldiretti ha ribadito che le aree più colpite dal disastro, sono state le province di Padova, Vicenza e Verona dove forte e’ la concentrazione di allevamenti e solo ora che il peggio è passato, si cominciano a contare i danni veramente.
Adesso che si cerca di risistemare quanto andato perduto, ci si accorge che migliaia di vite sono andate perdute inutilmente e che, come al solito, con maggiore attenzione, forse tutto questo si poteva evitare. A questo si aggiungono pure interi raccolti di tabacco finiti, le coltivazioni di ortaggi sono andate irrimediabilmente compromesse e le serre e le fungaie sono totalmente distrutte. Le perdite superano le decine di milioni.
Per questo da giorni ormai, la Coldiretti auspica a misure di sostegno gia’ nella manovra di bilancio. Le dimensioni del cattivo tempo, sono state davvero superiori alla media ed è stato confermato che, in poche ore il livello del Pò, si è innalzato di un metro, non lasciando scampo alle povere creature. Soltanto le giornate di sole prolungato, potranno permettere il totale riassorbimento, ma dato il periodo quasi invernale, il rischio è che ricominci a piovere da un giorno all’altro. Gli allevatori vanno, quindi, sostenuti e aiutati a mettere in sicurezza le proprie aree per evitare che altri animali possano morire e che le colture vengano distrutte ancora una volta.