Potrebbe esserci un rinvio più che drammatico per quanto riguarda il blocco dei test per cosmetici sugli animali, come denuncia la stessa Enpa e l’Europa finirebbe in basso alla classifica, come spesso accade, in merito al rispetto per le creature a quattro zampe, costrette a provare sulla propria pelle è il caso di dirlo, prodotti di bellezza di nuova produzione. Nello stesso periodo della pubblicazione della Direttiva “22 sett 2010 del Parlamento e del Consiglio sulla la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici” sulla Gazzetta Ufficiale, il Parlamento Europeo sembra non essere troppo interessato a fermare tale situazione, almeno questo è ciò che appare. Saranno i prossimi giorni a confermare o smentire questa notizia, ma intanto le sperimentazioni dovevano terminare nel 1999 e, invece, un divieto di tale tipo non è mai arrivato del tutto, facendo slittare la decisione prima al 2000, poi al 2002 e, ancora, a 2003, ma adesso si parla addirittura del 2013, con il pericolo che si giunga, poi, fino al 2019.
In modo drammatico, però, milioni di animali continuano a morire inutilmente per test che non sempre sono del tutto attendibili e vanno riprovati tante volte; in più, potrebbero essere sostituiti con risultati persino migliori e risparmiando molti soldi. Come sottolinea l’Ente Nazionale Protezione Animali, tra l’altro la Commissione Europea dovrebbe controllare pure la sezione finanziaria e, quindi, impegnarsi affinchè questa atroce pratica termini al più presto. A tal proposito, quindi, l’associazione potrebbe impugnare ogni ulteriore deroga del Parlamento Comunitario.
Nel frattempo, pure i cittadini dovrebbero ribellarsi all’idea che delle creature indifese, possano essere costrette ad inghiottire chili di rossetti o dello shampoo per confermare che non si tratta di prodotti tossici. Questi ultimi, ad esempio, possono scegliere di acquistare prodotti cosmetici “cruelty free” prodotti da aziende che non testano su animali con il marchio ICEA e la supervisione della Lav. Questo tipo di strutture, inoltre, si impegna pure ad usare materie prime, a sua volta, tenute lontane da qualunque pet e che non cotengono sostanze animali.