La separazione e il divorzio dal coniuge o dal convivente sono momenti difficilissimi nell’esistenza di una persona. Se poi ci sono di mezzo figli il rischio di provocare traumi familiari è altissimo. Ma che dire degli animali domestici? Forse appare difficile pensare a cani e gatti in un momento simile della propria vita, ma fanno anch’essi parte della famiglia. E soffrono la perdita di un membro della casa.
La morte del padrone o l’allontanamento di un familiare provocano nel cane e nel gatto lo stesso genere di trauma, perchè significano entrambi la stessa cosa per l’animale: la perdita di un punto di riferimento importante, cui dare e da cui ricevere attenzioni, affetto e amore. Molto spesso quando ci si separa, il cane o il gatto sono ricordi troppo dolorosi, ci rammentano quando li abbiamo scelti insieme al nostro partner. Ma abbandonarli non è una soluzione. E neanche regalarli a qualcun’altro. Nè lo è escluderli completamente dalla vita dell’uno o dell’altro coniuge.
Così come per i figli, occorre agire in modo da ridurre al minimo i traumi derivanti dalla separazione. Le stime parlano di circa tre milioni di animali domestici contesi tra i proprietari che si separano. Un milione sono pesci, e dunque il problema di traumi non si pone. 450 mila sono gatti. 500 mila sono cani. In molti casi si sceglie l’affidamento congiunto, la scelta più giusta, senza dubbio. Secondo i dati diffusi dall’Aida nel 2008 circa 4.030 coppie sono giunte ad un accordo di questo tipo.
Molti animali però vengono abbandonati, soprattutto pesci, tartarughe, roditori, furetti. L’Aida ha lanciato un corso on line gratuito per aiutare le coppie che si separano a diminuire la sofferenza provocata ai loro amici a quattro zampe. Per iscriversi basta mandare una mail a [email protected]. Separarsi da chi si ama è dura, ma gli animali possono rimanervi accanto in un momento così difficile e aiutarvi a superarlo. Non abbandonateli.
[Fonte: City]
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