Più di 10 milioni di cani e 4 milioni di gatti vengono uccisi ogni anno in Cina per mangiare la loro carne e per usare la loro pelliccia per la fabbricazione di borse, giocattoli, indumenti: i dati sconvolgenti sono di Animal Equality, l’organizzazione per i diritti degli animali che ha appena consegnato all’ambasciata della Repubblica popolare cinese a Madrid quasi 600 mila firme con l’intento di arrivare finalmente a una legge che vieti il commercio di carne e di pellicce di cani e gatti in Cina. Intanto è stata avviata una petizione che verrà inviata direttamente al governo cinese a cui tutti possiamo partecipare.
Esattamente sono 580.694 le firme che Animal Equality ha consegnato all’ambasciata cinese a Madrid in cui si chiede una legge che ponga fine alla strage di cani e gatti, al commercio di pelli e di carni in Cina dove non esiste una normativa a tutela degli animali. La raccolta firme fa parte della campagna internazionale Senza voce avviata nel 2013. Nell’ambito di questa campagna, Animal Equality ha presentato 4 investigazioni che con immagini scioccanti stanno sensibilizzando sempre più l’opinione pubblica internazionale sul crudele massacro degli animali in Cina.
La quarta e ultima investigazione di Animal Equality, appena presentata, è stata fatta in settimane di lavoro dalla squadra investigativa con la collaborazione di attivisti locali e documenta la realtà del commercio e dell’industria delle pellicce di cani e gatti nelle province di Jining, Foshan e Jaixing. Le immagini catturate sono crude, terribili, raccontano l’orrore legato a un business atroce.
Ai mercati, cani e gatti arrivano ammassati in piccole gabbie e scaraventati a terra dall’alto di camion, nell’indifferenza totale degli operatori a cui interessa solo loro pelliccia e la loro carne. La maggioranza di questi cani viene rapita, rubata con ancora i collari della famiglia di appartenenza per poi essere venduta a macelli o ristoranti. In due strutture di Jiaxing, provincia di Shandong, gli attivisti hanno documentato l’uccisione e la scuoiatura di cani, per i quali la morte arriva dopo lunga e straziante agonia. Gli animali sono storditi con violenti colpi alla testa, dopodiché gli viene recisa la gola. Molti riprendono coscienza soltanto per morire dissanguati.
“È importante sottolineare che il numero di attivisti e persone comuni di nazionalità cinese che protestano contro queste atrocità cresce velocemente – afferma Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia. “In Cina purtroppo non esistono leggi che proteggano gli animali e, a quanto ci assicurano gli attivisti cinesi, la pressione internazionale può svolgere un ruolo molto importante per spingere il governo locale a porre fine a questa crudeltà”.
Con le precedenti investigazioni in Cina, Animal Equality è riuscita a far chiudere 33 rivenditori di carne di cane e gatto e 1 macello. Si può partecipare alla petizione on line nell’ambito della campagna intenazionale Senza voce che ha già raccolto 500 mila firme e che andrà direttamente al governo cinese.
Qui sotto il video dell’ultima investigazione Anima Equality 2015, sono immagini molto forti che possono urtare la sensibilità
Fonte animalequality.it senzavoce.org
Foto youtube.com