C’è un posto unico sulla terra, un vero e proprio paradiso dei cani in cui vivono, giocano e corrono liberamente 450 esemplari di ogni tipo, tutti accomunati dal fatto d’essere ex randagi. Non è un centro di soccorso ordinario, ma un incredibile rifugio, non solo per numero di ospiti, ma anche per qualità della vita, e si trova nella città serba di Nis. Tutto merito di un solo uomo, Sasa Pesic. Sasa non poteva sopportare di vedere cani abusati, maltrattati, quindi abbandonati, denutriti e sbandati che avevano come unica alternativa alla vita di strada, la morte per mano di accalappiacani: un grave problema in Serbia. Così ha cominciato a prenderli e a curarli finché le presenze a quattro zampe sono diventate 450!
1 ) L’avvocato dei cani conosce storia e nome di ognuno
Tutto è cominciato nel 2008 quando Sasa, allora disoccupato, trovò in un bosco 4 cuccioli abbandonati in una busta. La scoperta ha cambiato radicalmente la sua vita fino ad accarezzare l’idea, presto tramutata in realtà, di laurearsi in legge, diventare avvocato dei cani randagi e di aprire un rifugio a Nis, nel sud della Serbia. Da quel giorno, infatti, Sasa ha cominciato a dedicare la sua vita ai cani: di ognuno conosce il nome, la storia e sa come sia arrivato a lui. Quando arriva al ricovero, Sasa viene all’istante circondato da centinaia di meticci di tutte le dimensioni e colori che gli corrono incontro, scodinzolano e abbaiano felici in segno di saluto riconoscente.
2 ) Una lotta senza fine
Il problema del randagismo è molto sentito in Serbia. Nel paese sono 280 000 i cani registrati, ma le autorità veterinarie dicono che è praticamente impossibile determinare il numero esatto di cani randagi, e molti sono gli animali domestici che vengono abbandonati dai loro proprietari in periodi di congiuntura difficile. E’ una lotta senza fine, quella di Sasa che è riuscito a creare il rifugio dove c’erano scuderie dismesse, uno spazio che il proprietario dal 2010 gli ha dato senza fargli pagare l’affitto. I cani sono liberi tutto il giorno e solo la sera vengono messi nelle gabbie; tutti sono stati vaccinati, sterilizzati e hanno microchip. “Non ho tempo per mangiare correttamente e ancor meno di pensare a una vita privata”, racconta Pesic. “Bisogna combattere ogni giorno per fornire cibo e assistenza per tutti questi animali”.
3 ) L’incubo che i cani finiscano di nuovo in strada
Di recente l’amministrazione della città ha rivendicato il possesso del terreno dove c’è il rifugio e ha detto a Pesic che avrebbe dovuto lasciarlo con i suoi cani. Da quel momento si sono immediatamente avviate azioni di protesta da parte di gruppi per i diritti degli animali. Decine di migliaia di persone hanno firmato una petizione per impedire la chiusura del ricovero, costringendo in questo modo le autorità cittadine a fare marcia indietro e a impegnarsi a trovare una soluzione alternativa. La dimensione del problema è tale che se i cani finissero davvero per strada sarebbe un disastro per tutti.
4 ) Assistenza e cure anche per i cani disabili
Con Pesic, questi cani che non hai mai avuto una casa, o se l’hanno avuta l’hanno presto perduta, hanno tutte le cure mediche di cui hanno bisogno, tutto il cibo che vogliono, giochi, affetto e cucce morbide in cui poter dormire di notte. Nessuno è trascurato, anche quelli che hanno bisogno di speciale assistenza.
5 ) Donazioni e solidarietà per un miracolo quotidiano
Pesic oggi è aiutato da sei volontari, comunque il lavoro con gli animali è incessante. All’inizio per il cibo si riforniva da fornai e macellai locali. Ma quando gli ospiti sono aumentati, perché tutti hanno imparato presto a portargli cani abbandonati, allora l’avvocato ha dovuto cercare la via delle donazioni attraverso le reti sociali, per il cibo e le altre spese. Quindi, la sua opera e il suo piccolo staff, hanno potuto contare sul sostegno del Fondo Harmony, (a cui si possono chiedere informazioni per supportare questa causa), un’organizzazione americana che lavora per aiutare a salvare animali in tutto il mondo. Tramite questa fondazione, molti cani sono stati adottati a livello internazionale. Grazie alla solidarietà della città, l’avvocato conta di trovare entro la fine dell’anno, un luogo idoneo e una soluzione duratura per portare avanti questo impegno, che per lui è ragione di vita, sempre.
Se volete avere un’idea della vita al rifugio guardate il video qui sotto:
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Fonte: thedodo.com