Venticinque primati sarebbero a rischio di estinzione quasi immediata e potrebbero scomparire nel giro di qualche anno, prima che molti esseri umani possano conoscerli almeno in fotografia. Questo è quanto denunciato da un gruppo di zoologi di fama mondiale che hanno compiuto degli studi in merito, raccolti dall‘Iucn, Union for the Conservation of Nature. In grave pericolo sarebbero soprattutto le creature più prossime all’uomo come le scimmie, ma anche i gibboni e i lemuri che, al contrario degli esseri umani che oggi sono quasi sette miliardi, sono ridotte a poche centinaia di esemplari.
Almeno 630 specie accomunano i lontani “cugini” dell’uomo e almeno trecento di queste sono da tenere d’occhio, mentre addirittura per 25 di loro, ormai, non ci sarebbe più molto da fare dato il loro esiguo numero di esemplari. Nella lista nera ci sono attualmente 5 primati del Madagascar, 6 dell’Africa, 3 del Centro e Sud America e 11 dell’Asia. Tra i gruppi di primati sempre più rari, spicca ad esempio il presbite dalla testa bianca, che vive solo sull’isola di Cat Ba nel Golfo di Tonkino, nel nord est del Vietnam ed è composto da non più di settanta individui, mentre nel 2005 se ne contavano ancora 150. Grave carenza anche per tantissimi tipi di Lemuri del Madagascar e per i gibboni di Hainan anch’essi dek Vietnam.
Russel Mittermeier, responsabile del Primate Specialist Group dell’Iucn ha ribadito, a tal proposito: “il motivo che ci ha spinto a stilare una classifica dei 25 primati maggiormente a rischio d’estinzione è quello di attirare l’attenzione della gente al problema e far si che i governi si sentano stimolati a fare qualcosa per tentare di far sopravvivere queste specie così importanti per la biodiversità del nostro pianeta”. La situazione sta precipitando soprattutto a causa della distruzione incontrollata degli ambienti dove tale tipo di fauna è presente. Alcuni di loro, infine, subiscono anche le conseguenza di grosse batture di caccia e di esportazione illegale di esemplari.