Ci siamo: è ‘Tempo da lupi’. Questo il titolo della mostra che si apre proprio oggi a Roma presso il museo civico di Zoologia, da cui trae spunto la nostra fotogallery. L’esposizione, realizzata in collaborazione con Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, raccoglie i suggestivi scatti del fotografo-biologo Bruno D’Amicis che immortalano il lupo nel suo ambiente naturale. Ecco un assaggio, 10 intense foto del lupo visto da Bruno D’Amicis.
1 ) Omaggio al lupo
E’ un omaggio al lupo, animale carismatico e fiero che ha ispirato le più svariate tradizioni e leggende, la mostra fotografica ospitata nella sala della Balena del Museo Civico di Zoologia di Roma, dal titolo Tempo da Lupi. In esposizione fino al 13 novembre, gli scatti di Bruno D’Amicis, fotografo-biologo, foto pubblicate ed esibite in tutto il mondo che hanno vinto numerosi concorsi, tra cui i prestigiosi World Press Photo e Wildlife Photographer of the Year.
2 ) Grande perseguitato
Al centro di racconti, leggende, miti e folklore, paure e odio ancestrale, il lupo è stato l’animale più perseguitato dall’uomo in Europa e gravemente minacciato di estinzione. In Italia, di recente ci sono state campagne di sensibilizzazione per salvare fratello lupo a seguito di un’ultima, nuova minaccia che incombe su di lui: nel “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia” all’esame della Conferenza Stato regioni, c’è l’ipotesi di un abbattimento selettivo di esemplari là dove il conflitto con l’uomo è più problematico. Un’ipotesi fortemente contestata da gran parte della comunità scientifica e dalle associazioni ambientaliste.
3 ) Abile cacciatore
Malgrado sia un animale sociale, il lupo singolo o in coppia ha maggior successo nella caccia, rispetto ai lupi dei branchi. I lupi singoli sono stati osservati uccidere grosse prede, come alci, bisonti e buoi muschiati. La dieta del lupo è composta di cinghiali, caprioli, cervi, roditori e, occasionalmente, bestiame domestico. In mancanza di prede, si adatta con carcasse, bacche e frutta selvatica.
4 ) Ululato, comunicazione perfetta
I lupi possono ululare per radunare il branco, avvertirlo di un pericolo e per comunicare a lunga distanza. In certe condizioni i loro ululati possono essere sentiti entro un territorio di 130 chilometri. Gli ululati tendono ad essere indistinguibili da quelli dei cani di taglia grossa. Quando ululano insieme i lupi si armonizzano su una nota sola, dando così l’illusione di essere un gruppo più grande di quello che è in realtà.
5 ) Dinamiche di gruppo
I branchi allo stato naturale sono famiglie che consistono di una coppia seguita dai suoi cuccioli degli ultimi 1-3 anni.Il branco medio consiste di una famiglia di 5-11 animali o a volte due o tre di tali famiglie. I lupi cresciuti tendono a lasciare il branco dopo l’arrivo della maturità sessuale, quando aumenta la concorrenza degli altri adulti per il cibo. Le lotte tra lupi sono dovute o al cibo o all’occupazione del territorio e possono causare la morte.
6 ) Lupo solitario
Il lupo può vivere benissimo anche da solo. E’ un animale difficile da avvistare: di abitudine prevalentemente notturna, durante il giorno si rifugia nei luoghi più selvaggi ed inaccessibili. I segni di presenza più facili da riscontrare sul territorio sono le orme molto simili a quelle di un grosso cane ed escrementi. I lupi solitari tendono ad evitare di ululare in zone dove ci sono branchi già consolidati.
7 ) Udito finissimo
Il suo olfatto pu essendo meno sviluppato di quello dei cani da caccia, lo rende comunque in grado di sentire l’odore di una carogna controvento entro 2-3 chilometri di distanza. Dispone invece di un udito finissimo, in grado di registrare persino la caduta di una foglia.
8 ) Olfatto, strumento di caccia
L’olfatto è probabilmente il senso più acuto del lupo e riveste infatti un ruolo quando va alla ricerca di prede solitamente sottovento. Quando percepisce un odore, rimane immobile, puntando gli occhi, le orecchie e il naso alla direzione della preda.
9 ) Vita in famiglia
Il lupo è generalmente monogamo, e le coppie rimangono insieme per tutta la vita. Se un elemento della coppia muore, il superstite di solito trova facilmente un sostituto. A primavera nascono da 2 a 6 cuccioli che rimangono con la madre e con il branco per almeno un anno.
10 ) Canis lupus italicus
Chi è il lupo dell’Appennino? Nel 1921 un medico di Campobasso appassionato di storia naturale, G. Altobello, scoprì differenze nel lupo dell’Appennino rispetto ai parenti più nordici, e lo chiamò Canis lupus italicus, considerandolo così una sottospecie. Gli studiosi oggi, considerano le popolazioni che vivono nell’area del Mediterraneo parte di un’unica sottospecie, Canis lupus lupus che vive in Eurasia centrale e settentrionale con diverse varietà geografiche.
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Fonte museodizoologia.it e it.wikipedia.org
Photo credits cloud.zetema.it